Paolo Andruccioli: Tremonti ora minaccia i Comuni

28 Settembre 2005
La maratona della finanziaria elettorale per il 2006 ha preso il via di notte. L'incontro di ieri tra il ministro Tremonti e le parti sociali è infatti cominciato poco prima delle 21,30 e si è protratto, con altri incontri tecnici fino a notte fonda. Girandola di indiscrezioni e correzioni in corso d'opera, come è ormai da prassi nell'evento mediatico politico-economico più importante dell'anno. Il ministro Tremonti ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto subito pensare al condono. Alcune agenzie di stampa hanno infatti battuto la notizia del possibile ricorso alle una tantum, ovvero ai condoni, per un ammontare di circa 4 miliardi di euro. Il tiro è stato poi corretto in corso d'opera, mentre era ancora in corso la riunione. Il ministro dell'economia ha infatti spiegato che l'Unione europea e in particolare il nuovo Patto di stabilità, permettono il ricorso a una parte ‟straordinaria” nella manovra economica. Ci sarà quindi anche nella finanziaria italiana per il 2006 una parte di misure non strutturali, ovvero ‟congiunturali”, che non è detto però che assumano per forza di cosa la forma del condono fiscale o del condono edilizio come si è fatto negli anni passati, soprattutto per opera dello stesso ministro Tremonti.
E' stato lo stesso ministro a voler correggere un'altra delle anticipazioni che stanno circolando in queste ore, ovvero la rinuncia al taglio dell'Irap, una delle richieste principali della Confindustria. All'inizio della riunione di ieri a palazzo Chigi si è saputo della volontà del governo di rinunciare all'avvio della riduzione dell'Irap, una tassa molto delicata perché finanzia il sistema sanitario nazionale a livello delle singole regioni. Tremonti ha fatto sapere che la cosa è ancora in discussione perché o si taglia l'Irap o si taglia il costo del lavoro, partendo dal cuneo fiscale e dai cosiddetti on eri impropri che gravano sulle buste paga. Il ministro dell'economia l'ha posta proprio come una alternativa, come per dire che alle imprese o si dà una cosa, o l'altra. In ogni caso la eventuale manovra sul costo del lavoro dovrebbe essere dell'ordine dei 2 miliardi di euro. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha anche provato a cavarsela con una battuta di spirito. La rinuncia al taglio dell'Irap e l'intervento sul costo del lavoro sarebbe - secondo il premier - una volontà espressa da Montezemolo.
Se questa alternativa tra Irap e costo del lavoro è ancora ballerina, sembra invece confermata l'intenzione del governo di tagliare i soldi per gli enti locali. Per Comuni e Province si parla di un consistente taglio alle spese correnti, mentre sembra confermata anche la volontà di congelare il fondo per le politiche sociali. Il taglio alle risorse per gli enti locali è molto consistente. Si parla infatti almeno del 6,7%. Molto duri i commenti degli amministratori locali. ‟Per i comuni - ha dichiarato ieri il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati - si prospetta uno scenario fosco, una situazione pessima”. Il sindaco ha anche confermato e perfino aggravato le anticipazioni sulla entità della manovra contro i comuni. Si parla di tagli alla spesa corrente per i comni nell'ordine del 9-10% al netto della spesa sociale. Così, mentre sul resto della manovra si riscontra una estrema vaghezza, sui tagli ai comuni e agli altri enti locali, il governo sembra avere idee molto chiare. Una sittazione molto pericolosa che si tradurrà in pesanti sacrifici per tutti i cittadini. ‟Se saranno confermati i tagli alla spesa corrente - ha dichiarato ieri Francesco Rutelli, leader della Margherita - gli italiani sanno benissimo ciò che accadrà”. Rutelli, che ha rilasciato questa dichiarazione durante la trasmissione Ballarò, ha spiegato che alla luce di questi tagli ci possono essere solo due strade: o i comuni tagliano i servizi e chiudono per esempio gli asili nido, oppure aumentano le tasse. ‟Di solito - è stata la conclusione dello stesso Rutelli - accadono entrambe le cose”.
E mentre il segretario dei ds, Piero Fassino, esprime soddisfazione per l'eventuale rinuncia al taglio dell'Irap da parte del governo (lo avevamo suggerito anche noi, ha detto Fassino), i sindacati confederali sono sempre più preoccupati per la natura della finanziaria. ‟Capisco il momento difficile - ha commentato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - ma ci saremmo aspettati qualcosa di più”. Ancora più deluso il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, secondo il quale ‟non ci resta che piangere” ‟Dirsi delusi è poco”, ha spiegato Pezzotta commentando le linee guida della finanziaria esposte ieri dal ministro Tremonti.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …