Paolo Andruccioli: Finanziaria. Tremonti si attacca all'Europa

05 Ottobre 2005
Il ministro Giulio Tremonti cambia look: invece di usare l'arma della battuta sarcastica, cerca di darsi un tono da statista. Attacca l'euro, che sarebbe - secondo la sua visione - uno dei principali responsabili della crisi attuale, ma nello stesso tempo invoca un intervento dell'Europa sul fronte della politica industriale. Ci vorrebbe un eurobond per sostenere gli investimenti industriali, è una delle proposte di Tremonti, che parla di una finanziaria da sacrifici, ma poi promette investimenti a favore della famiglia, della sicurezza, del Sud e perfino della sanità. Niente battute al vetriolo sui governi preBerlusconi, nessun attacco acido contro la sinistra. Atteggiamento da ministro responsabile, dunque, che sa di dover affrontare un compito molto arduo in vista delle prossime elezioni. E che si prepara a reggere anche lo scontro sociale. Se i sindacati decideranno per lo sciopero generale, ha detto ieri, sarà la prova che la finanziaria è una cosa seria. Presentandosi al Senato per spiegare la manovra per il 2006, il nuovo ministro dell'economia ha cercato dunque di presentare una faccia moderata e ha preferito ripartire da molto lontano: ha spiegato, per esempio, l'origine della crisi attuale e nello stesso tempo ha cercato di spaziare sull'intero scenario dell'economia internazionale. Si è sbilanciato perfino in una sorta di autocritica quando ha affermato che l'11 settembre non è stato alla fine la causa di tutti i mali, come egli stesso aveva teorizzato. Chiodo fisso di sempre è comunque la Cina, accusata, insieme all'euro di essere la vera causa dei troppi problemi del sistema economico italiano. Ma soprattutto ieri Tremonti ha cercato di disegnare un'immagine diversa della finanziaria, slegandola perfino dai fatti, dai numeri di cui si è parlato sulla base del testo consegnato. In quel documento che è stato messo a punto si parla per esempio di un taglio di 2,5 miliardi di euro alla sanità. Ieri, al Senato, Tremonti ha raccontato di una finanziaria che aumenta le risorse per la sanità, settore su cui è ‟moralmente prioritario” investire.
Tre sono i settori su cui puntare, ha spiegato il ministro ai senatori. ‟Abbiamo fissato tre priorità di impresa dei fondi pubblici: sanità. sicurezza e Sud”. Questi dovrebbero quindi essere gli assi portanti della manovra e in particolare sulla sanità Tremonti ha raccontato ai senatori che ‟lo stanziamento è in crescita, anche significativa, a riprova della cifra non antisociale della politica del governo”. Data una quantità limitata di risorse, ha spiegato Tremonti, ‟l'impiego sulla sanità è moralmente prioritario”.
Tremonti non dice però che poi si dovrà fare i conti con i numeri veri da inserire nelle tabelle della finanziaria. E i numeri, come sanno ormai tutti, parlano di consistenti tagli diretti alla sanità (2,5 miliardi di euro) e di tagli consistenti indiretti, con la diminuzione progressiva delle risorse agli enti locali. L'unico punto a favore, almeno finora, è la soppressione del taglio netto dell'Irap. Tremonti si è reso conto che quella manovra non sarebbe stata sostenibile politicamente e ha preferito fare uno scambio con Confindustria: invece dell'Irap ci sarà un taglio molto consistente del costo del lavoro, sotto varie forme, sia dirette, sia indirette attraverso il decreto sulla previdenza complementare che prevede la riduzione dei contributi e degli oneri in cambio della cessione del Tfr.
In tema di numeri, il viceministro Vegas introduce una ventata di verità. Deve riconoscere, per esempio, che le risorse che erano state promesse per la famiglia non ci sono. O almeno non potranno essere quelle promesse. Ci sarà una riduzione degli stanziamenti dell'ordine dei 300-400 milioni. E anche qui: visto che le risorse sono limitate, si tratterà di fare delle scelte. Invece di aumentare le pensioni minime a tutti come era stato promesso, si potrebbe per esempio introdurre (è sempre la versione di Vegas) una una tantum di 535 euro per i pensionati over 70. Vegas, intervistato ieri da Affari italiani on-line parla poi di bonus per figli e nonni.
Nel frattempo si apre un altro fronte di conflitto, questa volta davvero inedito. Si tratta della rabbia dei gestori che non hanno preso per niente bene l'idea della tassa sul tubo, la misura inserita nella finanziaria con la quale il governo punta a recuperare circa 2,5 miliardi di cassa nei prossimi 3 anni, con una tassa sulle grandi reti di trasmissione di energia. Scende in campo l'Eni che minaccia azioni molto pesanti contro una misura considerata addirittura illegale. E scende in campo Terna, che parla di un possibile danno molto rilevante per gli azionisti.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …