Guido Olimpio - Paolo Biondani: Imam rapito. Una diplomatica guidò il blitz

03 Ottobre 2005
Tre nuovi ordini d’arresto per il sequestro dell’imam rapito a Milano dalla Cia. Fra i tre agenti segreti statunitensi che da 48 ore sono formalmente ricercati dalla polizia italiana c’è anche una donna con una carica diplomatica: fino a pochi mesi fa era il ‟secondo segretario” dell’ambasciata americana a Roma. La nuova inchiesta fa salire a 22 gli agenti della Cia che rischiano l’arresto per l’operazione clandestina di ‟extraordinary rendition” (rapimento e deportazione di stranieri sospettati senza processo di terrorismo) eseguita a Milano il 17 febbraio 2003, ufficialmente all’insaputa del governo e dei servizi italiani. Caricato a forza su un furgone in via Guerzoni, il predicatore egiziano Abu Omar è stato trasferito in aereo al Cairo, dove è stato torturato per mesi e dove è tuttora segregato, nel carcere-lager di Torah. Contro la Cia, la nuova indagine della Digos ha scoperto immagini e documenti ‟risolutivi” (compresa una foto dell’ostaggio nel luogo del sequestro) nel computer di Bob Lady, l’ex console e capocentro dell’intelligence Usa a Milano, latitante già dal 24 giugno. Quando lui è scappato dall’Italia, sua moglie ha cancellato tutti i file, ma la polizia scientifica è poi riuscita a ricostruire la memoria del disco fisso. Le nuove indagini, guidate dal procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, dimostrano tra l’altro che Bob è stato al Cairo per due settimane proprio mentre iniziavano le violenze sul prigioniero sotto interrogatorio. L’amministrazione Bush ha difeso pubblicamente la prassi della rendition (senza però ammettere nulla sull’Italia), ma ha sempre negato qualsiasi complicità nelle torture nei Paesi arabi di destinazione, denunciate invece da decine di deportati.

La spia nell’ambasciata Usa
Betnie Medero, 38 anni, cittadina statunitense, è entrata in Italia nell’agosto 2001 con tanto di accredito diplomatico. Sulla carta rivestiva la carica di secondo segretario dell’Ambasciata, in realtà era una spia. Il 17 febbraio 2003, secondo l’accusa, ha partecipato personalmente all’azione di sequestro dell’imam, probabilmente con funzioni di comando. Ieri la polizia ha trovato deserta la sua casa di Roma: secondo fonti americane, sarebbe scappata a Città del Messico, sempre come diplomatica della locale ambasciata americana. Gli altri ricercati sono due uomini, Vincent Faldo, 55 anni, e James Thomas Harbison, 57: i loro passaporti americani risultano autentici, ma i nomi potrebbero essere di copertura. Betnie e Vincent si muovevano insieme: hanno dormito in alberghi di lusso a Pavia, Lecco, Bergamo e Padova. La stessa coppia, secondo l’accusa, ha partecipato al trasporto dell’ostaggio da Milano alla base Usa di Aviano: da qui Abu Omar è stato trasferito con un volo militare a Ramstein, in Germania, e la sera stessa è stato deportato in Egitto con un secondo aereo (un executive privato) noleggiato dalla Cia.

Il computer di Bob
Nella memoria ‟cancellata” del disco fisso la Digos ha recuperato un’immagine digitale del 14 gennaio 2003: una ‟profetica” foto di Abu Omar nel punto esatto dove verrà sequestrato solo 33 giorni dopo. È la prova che era pedinato da agenti agli ordini di Bob. A chiudere il cerchio è una ricerca su Internet che sembra un confessione informatica: il 24 gennaio Bob imposta su un sito americano la ricerca della ‟strada più breve” per andare da ‟Milano, via Guerzoni” proprio ad ‟Aviano”. Bob avrebbe violato un’altra regola di sicurezza della Cia: mai buttare nulla della spazzatura. Nel bidone del suo garage, invece, la polizia ha trovato la lista degli hotel di lusso usati dagli agenti-sequestratori, con l’indicazione di quelli convenzionati con il consolato Usa di Milano.

Le torture al Cairo
Abu Omar era riuscito a testimoniare ad amici e familiari di essere stato torturato a partire dal 19 febbraio e scarcerato dopo un collasso e una paralisi: ‟Ero molto vicino alla morte”. Due biglietti aerei ora dimostrano che in Egitto, nelle due settimane di interrogatori più violenti, c’era anche Bob: il capo della Cia a Milano è arrivato al Cairo da Zurigo il 24 febbraio 2003 ed è rientrato in Italia il 7 marzo. Sul sequestro dell’imam ora ha aperto un’inchiesta anche la Procura tedesca di Zweibrücken: l’indagine italiana fa pensare che Ramstein sia il comando centrale di questa rendition e forse di altre operazioni illegali della Cia in Europa.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …