Guido Olimpio: Ambasciatore egiziano. Al Qaeda rivendica il rapimento su Internet

12 Luglio 2005
Il gruppo di Al Zarkawi ha rivendicato ieri il sequestro dell’ambasciatore egiziano in Iraq e lanciato nuovi attacchi contro rappresentanti stranieri. Agguati che confermano la nuova strategia di ‟Al Qaeda nella terra dei due fiumi” tesa a impedire l’instaurazione di normali rapporti diplomatici con Bagdad.Il messaggio della formazione estremista è stato pubblicato su un sito Internet e porta la firma di Abu Maysara Al Iraqi, il presunto portavoce ufficiale di Al Zarkawi il cui nome compare nella maggioranza dei comunicati. Questo, ovviamente, non basta a certificarne l’autenticità ma è comunque un indizio. I terroristi si limitano ad annunciare che Ihab Al Sherif è nelle loro mani e seguiranno presto nuove comunicazioni. Per gli esperti potrebbe essere imminente la diffusione di un video. A dare maggior peso alla rivendicazione sono venute pesanti azioni sul campo. Il primo attacco ha riguardato l’inviato del Bahrein Hassan Al Ansari. Il diplomatico è rimasto ferito ad una mano, ma è riuscito a evitare il sequestro malgrado viaggiasse privo di scorta. Più tardi un commando ha aperto il fuoco sul corteo dell’ambasciatore pakistano. Ne è nata una furiosa sparatoria che ha messo in fuga gli assalitori. Islamabad nel dare i dettagli dell’attentato ha annunciato che il suo diplomatico si trasferirà immediatamente ad Amman, Giordania, e seguirà da questa capitale gli affari iracheni. Nel mirino poi un convoglio di auto della rappresentanza russa - episodio avvenuto domenica - e l’ambasciata dell’Iran davanti alla quale è stato fatto saltare un veicolo pieno di esplosivo.Il sequestro dell’ambasciatore - il primo per la fazione qaedista - e gli attentati rappresentano la conferma della nuova strategia di Abu Musab Al Zarkawi e quasi un ritorno alle origini. Nei mesi successivi alla cacciata di Saddam, il gruppo aveva scatenato una lotta senza quartiere contro i Paesi che avevano stabilito piene relazioni con Bagdad. I suoi mujaheddin avevano colpito le ambasciate di Giordania e Turchia, le sedi di Onu e Croce Rossa. Poi è seguita la stagione degli ostaggi occidentali, quindi le decapitazioni, di nuovo la falange dei kamikaze. Dal 2003 ad oggi Al Zarkawi ha cambiato più volte fronte mantenendo come costante gli attacchi nel mucchio, con il massacro di centinaia di musulmani. Il Corano lo proibisce ma nei testi che circolano tra i ribelli i ‟teologi” radicali e lo stesso leader offrono una giustificazione.L’intento di Al Zarkawi, che oggi si fregia del titolo di rappresentante di Al Qaeda in Iraq, è di costringere le ambasciate a chiudere, limitare i rapporti con Bagdad, rispondendo agli appelli in senso contrario lanciati da Washington. E poiché quelle occidentali sono dei fortini, con gli inviati ben protetti, se la prende con i non-occidentali. In una logica jihadista è più importante isolare l’Iraq dagli arabi.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …