Guido Olimpio: Iraq. Gli “esuli” italiani preferiscono boicottare le urne

29 Giugno 2005
Le ultime notizie da Teheran, con il duello tra l’eterno pragmatico Rafsanjani e l'ultradicale Ahmadinejad, non emozionano più di tanto la comunità iraniana in Italia. Infatti, se sono veri i dati diffusi da fonti diplomatiche, hanno votato solo poche centinaia degli aventi diritto al voto. Un distacco motivato dall’invito al boicottaggio lanciato dall’opposizione in esilio e dalla scarsa fiducia nel processo democratico. Roma e Milano costituiscono due poli importanti per gli iraniani che lavorano o studiano in Italia. E la Lombardia è sicuramente uno degli approdi preferiti. ‟Qui c’è il cuore di ogni attività”, ci conferma un esule. I colori della politica iraniana a Milano sono variegati e hanno le sfumature delle tensioni di Teheran. Esiste un nucleo di duri e puri, ‟integralisti fino al midollo”. Risiedono da anni a Milano e si dedicano ad ogni tipo di commercio contando su buoni agganci in patria. Tappeti, pistacchi, pellame, marmo e tecnologia sono i prodotti al centro dei traffici. La maggior parte legali ed una parte illecita. Il triangolo industriale è infatti il terreno per i safari tecnologici dei servizi segreti iraniani, con una particolare attenzione al settore nucleare e chimico. Per dare meno dell’occhio gli 007 affidano gli ordini ad una rete di piccoli commercianti: ognuno di loro compra un pezzo, senza neppure sapere a cosa serva. Poi lo invia a Teheran. I trasporti sono garantiti da centinaia di camion iraniani che stazionano in un paio di aree di servizio lungo la tangenziale. Alcuni degli autisti possono restare in attesa di un carico anche per un mese e nel frattempo si arrangiano come possono. Elementi ‟radicali” hanno provato a costruire una sorta di terminal, ma non è stata concessa l’autorizzazione. Così come non è stata data la cittadinanza - per motivi di sicurezza - a personaggi residenti in Italia da anni e considerati agenti part time dell’intelligence khomeinista. I radicali, un tempo, potevano contare sulla sponda del consolato e di un personaggio conosciuto come ‟il professore” . Ora però la sede diplomatica, guidata da un funzionario il cui padre è stato assassinato in un attentato, cerca di tenerli a bada. I conservatori dunque si ritrovano nella moschea di Piazza Napoli e in negozi di tappeti nelle vie adiacenti a Piazzale Loreto, al Duomo e nei comuni dell’hinterland ( Sesto, San Donato). Bene organizzati sono gli oppositori. Ci sono i Mujaheddin del Popolo, i Feddayn Maggioranza, i monarchici e i nazionalisti. Una buona parte gode dell’asilo politico perché appartenenti a fazioni perseguitate in Iran. Altri hanno la possibilità di tornare con una certa frequenza in Iran e fanno da ponte con gli esuli nella speranza che un giorno la situazione cambi davvero.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …