Guido Olimpio: La “scuola inglese” dei kamikaze. Dietro quel gruppo c'è una mente

19 Luglio 2005
Scotland Yard evita di pronunciare, in modo diretto, la parola attentatore suicida, ma è dal 2003 che gli investigatori sono in caccia. Cercavano ‟una scuola per kamikaze” inglesi e i possibili reclutatori. Lo aveva ammesso anche il capo della polizia londinese: ‟La minaccia suicida è qui e dobbiamo prenderne atto”.Il primo segnale gli 007 lo hanno avuto nell’aprile 2003 dopo l’azione kamikaze sul lungomare di Tel Aviv di Omar Sharif e Asif Hani, cittadini inglesi d’origine asiatica partiti in missione per conto di Hamas. Il sospetto è che fossero stati reclutati a Londra dall’organizzazione Al Mujahiroun di Omar Bakri e poi offerto all’integralismo palestinese. I due sono stati presto seguiti da altri militanti. Come lo yemenita Wail, 22 anni, sposato con una cittadina britannica convertita e padre di due figli. Sognava di andare alle Olimpiadi come atleta della squadra di arti marziali, invece si è fatto esplodere in Iraq. Tenendo d’occhio una nebulosa, composta di nordafricani e di asiatici (molti nati in Gran Bretagna), la polizia ha scoperto altri casi allarmanti. Alla fine del 2003 ha arrestato ‟l’angelo che cammina”, Sajid Badat. In casa gli hanno trovato un paio di calze piene di uno speciale esplosivo: doveva indossarle come una sciarpa, salire su un jet passeggeri e distruggerlo. Ossia voleva mettere a segno la missione fallita dal suo amico e complice Richard Reid, l’anglo-caraibico, con piccoli precedenti penali diventato militante. Per un soffio Reid non è riuscito a disintegrare un Boeing americano nel Natale 2001. Ingegnosa l’arma: le sue scarpe da ginnastica con la suola piena d’esplosivo.Tra gli aspiranti kamikaze c’è anche un algerino, al quale è stato garantito l’asilo politico. L’Antiterrorismo lo intercetta nel gennaio 2004 dopo che è stata scoperta una lettera alla madre e alla sorella, con la quale annuncia la sua volontà di diventare ‟shaid”, martire. Quando lo portano al commissariato scoprono che si era completamente depilato, come aveva fatto Mohammed Atta alla vigilia dell’11 settembre. Un atto di purificazione prima dell’attacco.Profili e storie diverse che si possono riassumere così:1) Militanti tra i 20 e i 30 anni nati in Gran Bretagna da famiglie asiatiche e mediorientali. Appartengono alla classe medio-bassa, hanno una esistenza normale.2) Vengono indottrinati da sheikh ed ‟emiri” locali, in grado poi di farli arrivare in Iraq, Palestina, Pakistan, Cecenia.3) Sfruttano periodi di vacanza nella terra dei genitori per stabilire contatti con il vero qaedismo. Le comunicazioni sono poi mantenute via Internet.4) La disponibilità a compiere qualsiasi azione, compresa quella suicida, emulando i loro fratelli in Medio Oriente.La cellula che ha agito a Londra corrisponde a queste categorie. Resta da scoprire se ha ricevuto un ordine dall’esterno o ha fatto tutto da sola nel nome della Euro-Jihad innescata da un emiro per ora rimasto nell’ombra.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …