Guido Olimpio: Tritolo a 600 euro al chilo? È facile trovarlo

14 Luglio 2005
Tutto potrebbe cominciare con una telefonata a ‟Ciccio il calabrese”. Corpulento, sulla trentina, può fornire ciò che serve a qualsiasi gruppo terroristico. Dal lanciagranate all’esplosivo per fare le bombe. E a prezzi stracciati. Il nome di ‟Ciccio” è emerso in un’inchiesta della Procura di Milano contro una cellula di tunisini. È stato un pentito nordafricano a raccontare il suo ruolo senza però riuscire a fornire elementi sufficienti per identificarlo. ‟Ciccio” aveva portato agli estremisti una dozzina di bottiglie di liquido scuro ‟che poteva essere utilizzato per compiere attentati”. Una sostanza - ricorderà una testimone - dall’odore intenso e che verrà poi fatta sparire dagli estremisti versandola in un tombino vicino alla loro abitazione. L’episodio, che risale all’inverno 2000, dimostra come sia facile procurarsi armi ed esplosivo, basta avere del denaro e conoscere le persone giuste. Il mercato nero ha il suo listino dei prezzi, abbastanza stabile e con tariffe abbordabili. Il ‟pezzo” più caro è l’esplosivo al plastico (C3, C4 o Semtex) che varia tra i 1.200 e 1.500 euro al chilogrammo. Si tratta di materiale relativamente sofisticato, prodotto per le forze armate, facile da nascondere e dagli effetti devastanti. Può essere plasmato come una sfoglia dentro una valigia oppure celato in scatole di latta. In Medio Oriente hanno persino preparato delle ‟torte”, ripiene di plastico. Dopo le prime analisi nei tunnel della metropolitana Scotland Yard non esclude che gli attentatori abbiano usato dell’esplosivo simile al plastico. Se i terroristi vogliono risparmiare possono ripiegare sul tritolo: il prezzo oscilla tra i 600 e i 700 euro. Di nuovo i fornitori appartengono al crimine organizzato oppure si tratta di ladri che lo rubano in qualche miniera. La cellula di Madrid lo ha pagato con una partita di hashish marocchino, altra moneta di scambio per gli integralisti in Europa. Costo dell’operazione: circa 30 mila euro. Risultato: quasi 200 morti. In alternativa c’è il fertilizzante che, manipolato, si trasforma in bomba. Lo hanno impiegato i separatisti dell’Ira in Nord Irlanda e le fazioni palestinesi in Israele. Ha un grande vantaggio: è reperibile in commercio.Se il commando ha invece bisogno d’armi da fuoco la ‟spesa” scende di molto. Valutazioni del Gico della Guardia di Finanza, che ha condotto molte indagini sui traffici bellici, stimano a circa 2.000 euro la spesa per un lanciagranate Rpg (produzione Est Europa) con due razzi in dotazione. Si tratta di un bazooka che può essere impiegato contro un veicolo blindato o contro un edificio. Si scende ancora se si cercano fucili mitragliatori. Un Kalashnikov si aggira attorno ai 500-600 euro, un Uzi israeliano qualche spicciolo in meno.Ma chi sono i rifornitori? I più determinati - sottolineano gli investigatori - appartengono ai clan vicini alla n’drangheta. L’organizzazione criminale calabrese, grazie ai traffici di droga, può acquisire qualsiasi tipo di esplosivo come armi da fuoco pesanti. I mercati sono quelli tradizionali: il Medio Oriente e l’Est Europeo. E un grande snodo è il porto di Gioia Tauro dove transitano migliaia di container. I calabresi hanno però dei concorrenti spietati che vengono dai Balcani. Bande albanesi, serbe, montenegrine sono aggressive e sono pronte ad offrire di tutto grazie al gigantesco serbatoio della ex Jugoslavia. Molto materiale è già stoccato in Italia, ma altro può essere fatto arrivare via mare attraverso l’Adriatico. I mafiosi balcanici - e questo allarma non poco l’Interpol - hanno ramificazioni che raggiungono il centro dell’Europa e, forse, oltre.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …