Guido Olimpio: Tutti i misteri del caso dal ruolo dei servizi agli atti dell’esecutivo

01 Luglio 2005
Gli Usa hanno informato l’Italia?
La Cia, in questo tipo d’operazioni, può informare in modo generico le autorità del Paese dove avviene l’operazione. La comunicazione può essere ristretta a un membro dell’esecutivo o a un responsabile dei servizi segreti, in questo caso il Sismi.
Perché la Cia avrebbe dovuto informare trattandosi di un’operazione segreta?
Per evitare che i suoi 007 potessero essere individuati dalle nostre forze di sicurezza che tenevano d’occhio (anche se non in modo continuativo) Abu Omar e presidiavano un’area sensibile come il quartiere del sequestro.
C’è un coinvolgimento di agenti italiani?
Per ora i magistrati non hanno trovato nulla di conclusivo. Una testimone ha riferito che i due uomini che hanno fermato l’imam ‟parlavano italiano”: questo non esclude che fossero membri della Cia in grado di parlare la nostra lingua. Ma c’è il sospetto di una possibile assistenza tecnica oppure dell’intervento di elementi esterni ‟assoldati” dalla Cia.
Dopo la pubblicazione nei mesi scorsi di articoli sul rapimento, il governo ha chiesto informazioni ai nostri 007?
Ammettiamo che Roma non sapesse del sequestro: in questo caso sarebbe davvero strano se l’esecutivo non avesse sollecitato i servizi di intelligence a fare un rapporto su una vicenda imbarazzante. E’ interessante conoscere qual è stata la risposta e i tempi della stessa.
Lo stesso interrogativo riguarda i rapporti con gli Stati Uniti: abbiamo chiesto chiarimenti e quando?
Se l’Italia non è stata informata ‟prima”, è ragionevole pensare che il governo abbia fatto un passo ufficiale in quanto l’indagine della Procura di Milano non lascia dubbi sul coinvolgimento di una intelligence straniera e sulla clamorosa violazione della sovranità. La mossa doveva essere fatta non appena sono trapelate le indiscrezioni sul sequestro. E a maggior ragione dopo l’annuncio dei mandati di cattura contro il commando Cia.
C’erano segnali che qualcosa di inusuale circondava la sparizione di Abu Omar nel febbraio 2003?
Molti. Innanzitutto la denuncia di amici e parenti, quindi le voci ricorrenti su un possibile rapimento, infine la «ricomparsa» dell’imam che svela quanto è accaduto. Elementi che avrebbero dovuto spingere l’esecutivo a cercare di capire di più.
Sono stati fatti passi nei confronti dell’Egitto?
Nella vicenda, oltre agli Usa, sono coinvolte le autorità egiziane che hanno messo in carcere il rapito e lo hanno sottoposto a torture. È lecito attendersi un’iniziativa nei confronti del Cairo.
Il governo ha sottovalutato l’inchiesta della Procura di Milano?
A giudicare dal silenzio sembrerebbe di sì. Roma ha pensato che l’indagine si sarebbe arenata e che i magistrati non avrebbe mai trovato le prove del coinvolgimento della Cia nel sequestro.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …