Guido Olimpio: Usa. Poteri speciali dopo l'11 settembre

29 Giugno 2005
Un Grande Fratello che ti scruta dal cielo con piccoli aerei senza pilota. Un esercito di spioni che ti guarda dentro casa, ti sbircia la posta, ascolta le tue telefonate, si impiccia di quanto spendi e come spendi. Una rete di videocamere che registra i tuoi movimenti per strada. La società di spedizioni alla quale affidi un pacchetto che racconta tutto agli agenti federali. In nome della lotta al terrorismo e sull’altare della sicurezza - due esigenze fondate e condivisibili - si possono però calpestare o violare i diritti della privacy. A fare da battistrada, prima con il consenso e oggi tra le polemiche, gli Stati Uniti colpiti al cuore con il massacro dell’11 Settembre. Feriti, angosciati e arrabbiati gli americani hanno varato le misure speciali del Patriot Act con i prigionieri detenuti senza processo, Guantanamo e la richiesta continua di poteri straordinari per combattere un avversario invisibile. Quelle misure potrebbero farsi ancora più dure, anche se proprio ieri il Congresso ha bocciato il potere dell’Fbi di accedere alle banche dati di biblioteche e librerie per indagare sulle letture di persone sospettate di terrorismo. I federali dal canto loro chiedono di poter acquisire dati (conti bancari, Internet, cartelle cliniche) senza dover richiedere l’autorizzazione di un magistrato a patto che esista ‟un ragionevole sospetto” nei confronti di un cittadino. Chi si oppone sostiene che l’appiglio del sospetto è pericoloso in quanto generico. Sempre l’Fbi vuole ottenere, in modo diretto, le informazioni sullo scambio di lettere tra due cittadini. Indirizzi del mittente, del destinatario, modo di spedizione, frequenza: fino a oggi gli 007 hanno avuto i dati attraverso l’amministrazione postale. Resta inalterata, invece, la protezione della corrispondenza. Per aprire una lettera ed esaminare il testo la polizia dovrà sempre far ricorso a un mandato di perquisizione. In alcuni casi l’Fbi non deve neppure faticare. Grandi gruppi hanno messo a disposizione delle autorità federali i loro database. Numeri di carte di credito usate per pagare una spedizione, contenuto del pacco, riferimenti personali sono stati passati alla polizia. I servizi di sicurezza di alcune società hanno creato uffici di collegamento con l’Fbi organizzando una propria polizia. Conseguenza: il fattorino che ti recapita un plico è incoraggiato a segnalare qualsiasi cosa ‟sospetta”. C’è chi in America sogna di arrivare all’introduzione di una carta d’identità (con dati biometrici) contenente un chip elettronico rilevabile dal cielo. In qualsiasi momento le autorità potrebbero sapere dove ti trovi ricorrendo a una flotta di velivoli senza pilota e radiocomandati. Più vicina nel tempo ma non per questo meno contestata è la carta ‟Ines”. La Francia, un Paese che non ha risparmiato critiche nei confronti degli Usa per la strategia anti terrore, ne sta discutendo l’introduzione. Sarà un documento di identità elettronico - non falsificabile - con il quale i cittadini potranno svolgere pratiche amministrative e usarla su Internet. I rischi per chi la usa sono facilmente intuibili.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …