Paolo Andruccioli: Stampa a rischio finanziaria

19 Ottobre 2005
Piccole testate giornalistiche, radio, televisioni locali, nuove realtà indipendenti della comunicazione, tutti insieme per cercare di modificare le norme sull'editoria previste dalla legge finanziaria. In particolare l'oggetto della preoccupazione - e della battaglia politica - delle piccole testate in cooperativa (come ‟il manifesto”), delle fondazioni che editano giornali e dei quotidiani di partito è l'articolo 63 della finanziaria, che prevede due commi ‟killer”. Il primo comma dell'articolo abolisce nei fatti il diritto soggettivo delle testate nella erogazione dei contributi pubblici. Il comma 7 dello stesso articolo prevede invece l'esclusione dal sistema dei contributi di tutte quelle realtà giornalistiche cooperative che non hanno la proprietà della testata. ‟Stiamo vivendo giorni di grande preoccupazione - ha detto Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop - i provvedimenti contenuti nell'articolo 63 della finanziaria proiettano una luce fosca sull'avvenire delle nostre imprese, dell'editoria cooperativa, del non profit e dell'emittenza locale”. Grassucci ha spiegato che stanno per essere tagliati circa 40 milioni dagli stanziamenti per l'editoria, mentre con l'eliminazione della certezza dell'ammontare dei contributi, ‟si espongono le imprese al rischio che il sistema bancario ne chieda l'immediato rientro delle anticipazioni già effettuate”. Per Grassucci, ci sarebbe solo un epilogo possibile di questa brutta storia: ‟La chiusura di queste realtà”.
Tutti gli intervenuti all'assemblea di ieri, organizzata oltre che da Mediacoop (aderente dalla Lega delle cooperative) anche da Media Non Profit, hanno sottolineato il rischio doppio che si sta correndo: la perdita di centinaia di posti di lavoro in tutta l'Italia e la cancellazione di realtà (anche storiche) che garantiscono il pluralismo dell'informazione. Mediacoop è comunque d'accordo con la richiesta del governo, avanzata ieri dal segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Masi, di intervenire perché non vengano più ammesse ai contributi false cooperative e false rappresentanze di movimenti politici. Ci sono troppe realtà che percepiscono i contributi utilizzando le maglie della legge. ‟Questa pulizia, già avviata nell'articolo 63 - ha sottolineato anche Giancarlo Aresta del manifesto - ha bisogno però di una riflessione più ampia che può essere fatta solo liberi dall'emergenza della finanziaria”. La proposta, appoggiata ieri anche da due senatori dell'opposizione, Massimo Brutti e Antonio Pizzinato dei Ds, è dunque quella di abrogare il comma 1, e di emendare il comma 7 e avviare, subito dopo la finanziaria, un tavolo di trattativa con il governo.
I piccoli giornali in cooperativa o quelli editi da partiti o fondazioni (tra cui realtà importanti come ‟l'Avvenire”, il ‟Riformista”, ‟Europa”, ‟Rassegna sindacale”, ‟Il Corriere mercantile” di Genova e tante altre) sono pronti ad affrontare la discussione sul riordino dell'intero settore. E Mediacoop ha raccolto l'invito di Antonio Pizzinato di cercare di elaborare una proposta di copertura finanziaria da sostituire ai commi 1 e 7. C'è anche disponibilità a ridiscutere tutto il sistema dei contributi. A una condizione: che si cambi una finanziaria che rischia di punire il non profit mentre facilita i grandi gruppi.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …