Paolo Andruccioli: La Chiesa non pagherà l'Ici

28 Ottobre 2005
Il governo lo aveva promesso. E questa volta la promessa è mantenuta. L'esenzione del pagamento dell'Ici, tassa comunale sugli immobili, anche per gli esercizi commerciali della Chiesa è confermata dal decreto fiscale varato ieri, dopo essere stata cancellata dalla finanziaria. La mossa di accantonare il regalo alla Chiesa è stata quindi solo tattica ed effimera e appena si è ripresentata l'occasione il governo è tornato alla carica. L'unica modifica - che non è da poco - riguarda l'estensione della norma anche alle altre chiese e religioni e agli enti non profit. La portata del mancato introito per i Comuni non è stata ancora calcolata, ma sarà molto pesante. E' stata la Commissione finanze del Senato a dare il via libera al provvedimento che oltre a parlare di Ici per le Chiese, affronta anche altre questioni legate alla politica fiscale e alle attività collaterali, come la lotta all'evasione da cui il governo spera di recuperare risorse, ma senza avere alcuna certezza. Nel decreto fiscale vengono stanziati 10 milioni per il 2005, 40 milioni per il 2006, altri 40 milioni per il 2007 e infine 80 milioni per il 2008, soldi che secondo il testo varato ieri dovrebbero essere investiti per contrastare l'evasione, l'economia sommersa e contemporaneamente monitorare la finanza pubblica.
Ma è sull'Ici che intanto si concentrano le polemiche politiche. La decisione del governo è infatti tutta elettorale, ma con conseguenze politiche dirette sulle amministrazioni. Si può dire, come ha spiegato per esempio ieri Lanfranco Turci, capogruppo dei Ds in commissione finanze, che il governo cerca di ottenere due obiettivi contemporaneamente: recuperare voti dei cattolici (anche se non è detto che tutti i veri cattolici approvino il provvedimento dell'Ici) e nello stesso tempo si dà un'ulteriore botta ai Comuni, che spesso sono gestiti dalla sinistra. Per l'Udc la decisione presa ieri è saggia e giusta perché oltre a riguardare la Chiesa, interessa anche il mondo del non profit che si dice sempre di voler sostenere. Molto critica, all'opposto, la reazione dei partiti laici. Per Roberto Villetti, vicepresidente dello Sdi e per Daniele Capezzone dei Radicali italiani, non si tratta solo di una scelta politica elettorale sbagliata tutta misurata sulla Chiesa di Roma. Secondo i due politici è anche sbagliata l'esenzione Ici per gli immobili degli enti non profit, perché appare come un "ingiustificabile privilegio" e come una norma che altera il mercato e lede la certezza del diritto.
Polemiche anche sugli altri provvedimenti elettorali. La Cgil critica per esempio la proposta del governo di erogare un bonus alle famiglie che mandano i propri bambini agli asili nido e alle scuole materne private. "Dopo aver maldestramente tentato di finanziare gli asili nido aziendali - dicono Wilma Casavecchia e Sandro Del Fattore della Cgil - il governo prosegue l'opera di smantellamento dei servizi pubblici per l'infanzia proponendo di finanziare gli asili e le scuole d'infanzia private".
Intanto il governo conferma la linea si aiuti alle famiglie (e non ai cittadini in quanto tali) attraverso il bonus per il secondo figlio, aiuti per le famiglie che hanno un bambino disabile e ovviamente per tutti quei genitori che decideranno di mandare i figli dalle suore piuttosto che nelle scuole pubbliche. A proposito della entità dello stanziamento, ieri Roberto Calderoli, coordinatore della Lega, ha detto che le scelte sono già state fatte dal governo e che non saranno rimesse in discussione.
Per quanto riguarda le altre misure fiscali contenute nel decreto c'è da registrare la dichiarazione di Berlusconi, secondo il quale le rendite finanziarie non saranno toccate. La frase è solo un'apparente contraddizione con il decreto varato ieri, perché è vero che affronta le tasse sulla speculazione, ma l'intervento appare poco più di un bluff. Le plusvalenze sulle partecipazioni immobilizzate (pex, partecipation exemption) non sono più esentate totalmente, ma esentate fino al 91% e non più al 95. Il governo spera di recuperare più di 17 milioni nel 2006.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …