Guido Olimpio: Il triangolo iraniano delle trame e del terrore

02 Novembre 2005
Escalation Programma nucleare, sostegno al terrorismo, trame in Iraq. Sono i tre dossier di accusa contro l'Iran, gigante pragmatico in mano a una leadership radicale che sembra fatta a posta per sfidare Washington e mettere in imbarazzo gli europei, interessati partner economici. Dunque ricattabili.

L’atomica
Teheran non nega di condurre ricerche nucleari ‟civili”, ma fonti di intelligence e opposizione ne denunciano gli obiettivi militari. Bisogna però riconoscere che le analisi non concordano. C’è chi ritiene che entro 4-5 anni l’Iran arriverà alla Bomba. L’Istituto di studi strategici di Londra è più cauto e fissa il limite a una decina d’anni. Israele, osservatore non neutrale, sostiene invece che entro 6 mesi gli ayatollah avranno la tecnologia necessaria per produrla. Gli 007 Usa, in estate, hanno fornito dati interessanti ma non definitivi. Alla fine di settembre il Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana ci ha fornito un dettagliato rapporto sui piani dell’Iran. Questi i punti chiave. I Guardiani della rivoluzione (pasdaran) hanno assunto il pieno controllo della ricerca e lavorano in collaborazione con il ministero della Difesa: una prova che gli studi non sono per scopi civili. Il programma è sviluppato in quattro grandi centri, protetti da altrettante guarnigioni: Lavizan II, Parchin, Hemmat, Isfahan. A questi ‟laboratori” si aggiungono due centri universitari (Malek Ashtar e Imam Hosseini) e un impianto della Difesa vicino a Lavizan. Dopo le rivelazioni dell’opposizione il regime ha creato una serie di impianti nascosti da tunnel e bunker dove lavorano scienziati ingaggiati dai pasdaran. Il più famoso, Mohsen Fakhrizadeh, ha i gradi di generale.

Il terrorismo
Teheran è accusata di sostenere le azioni terroristiche della Jihad islamica palestinese, dell’apparato clandestino dell’Hezbollah (che spesso opera come cinghia di tramissione per altre fazioni), di ospitare tenendoli d’occhio alcuni importanti dirigenti di Al Qaeda. Secondo un settimanale tedesco, almeno tre figli di Osama vivrebbero da tempo in territorio iraniano. Inchieste italiane hanno provato l’esistenza di ‟foresterie” a disposizione di militanti qaedisti in transito. I pasdaran alimentano questo rapporto con una duplice finalità: sorvegliare i seguaci di Bin Laden e, in caso di emergenza, utilizzarli per azioni clandestine. Più diretto, invece, in Europa il coinvolgimento di apparati segreti. L’intelligence khomeinista raccoglie informazioni su possibili obiettivi che, in caso di crisi, con l’Occidente potrebbero essere i primi a essere attaccati. Sedi diplomatiche, basi militari, porti figurano tra i bersagli selezionati. Altro sviluppo. Volti nuovi hanno rimpiazzato in Europa gli integralisti iraniani che fanno da rete d’appoggio per i servizi khomeinisti.

L'Iraq
L'accusa più pesante è venuta da Londra dopo una serie di attacchi contro il contigente britannico nel Sud dell’Iraq. Gli agguati sarebbero stati organizzati da militanti sciiti ispirati dagli 007 di Teheran e assistiti da artificieri dell’Hezbollah, il partito di Dio libanese (pro-Iran). In particolare le bombe usate in alcuni attentati sono state attivate da un sistema di innesco usato proprio nel Libano meridionale dai guerriglieri sciiti. Si tratta di un raggio laser che innesca una carica in grado di perforare la blindatura dei veicoli. Responsabile dell’offensiva eversiva un gruppo basato nella regione di Bassora, la ‟banda Al Jameat”, spallegiata dai khomeinisti. Il governo iraniano ha respinto le accuse, sostenendo invece che è la Gran Bretagna a fomentare una rivolta nella componente araba in Iran, attorno alla città di Ahwaz, teatro di disordini ed esplosioni. In questo clima di sospetto Teheran denuncia manovre di spie nemiche e violazioni di aerei senza pilota diretti verso gli impianti nucleari. Infiltrazioni così numerose da far pensare a ignari testimoni a una invasione di Ufo.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …