Paolo Andruccioli: Deficit al 4,3% nel 2005. Lo dice l'Fmi

04 Novembre 2005
Il traguardo del Patto di stabilità è molto lontano e l'Italia può sperare di chiudere l'anno con un 4,3% nel rapporto tra deficit e Pil. L'economia sembra comunque mandare segnali di timida ripresa, mentre i conti pubblici devono essere tenuti sotto stretto controllo. Sono questi i messaggi principali contenuti nel rapporto degli ispettori del Fondo monetario internazionale sullo stato dell'Italia. ‟I segnali di ripresa sono positivi - ha dichiarato ieri il capodelegazione del Fmi, Alessandro Leipold - e ci portano a prevedere un aumento dello 0,2% nel 2005 e un più 1,6% per il prossimo anno”. La revisione al rialzo delle previsione, hanno spiegato i responsabili del rapporto, è stata possibile grazie all'intervento di una legge finanziaria ‟responsabile”, anche se vi è tuttora ‟una dinamica della spesa che può mettere a repentaglio gli obiettivi”. Ma oltre al giudizio venato di un moderato ottimismo, il rapporto degli ispettori del Fmi mette in evidenza una serie di limiti e di problemi su cui intervenire al più presto, a cominciare dalle tante questioni legate al tema della trasparenza. Il capodelegazione degli ispettori, Alessandro Leipold, auspica dunque l'approvazione del disegno di legge sul risparmio entro la fine dell'anno. E in particolare i responsabili del Fondo ritengono molto importante il capitolo Banca d'Italia che è inserito nel testo sul risparmio. Anche la riforma del Tfr viene ritenuta molto importante. Ieri ne ha parlato anche lo stesso capodelegazione in Italia, Leipold, che ha ribadito la centralità del sistema dei fondi pensione nella crescita della finanza in Italia. ‟E' importante comunque - dice il rappresentante del Fmi - che ai lavoratori venga garantito un rendimento sicuro ed equo. Ed è fondamentale che in questo sistema della previdenza integrativa regni la trasparenza”.
Per quanto riguarda il tema della trasparenza se ne parla in più punti nel rapporto: a proposito dei fondi pensione, ma anche del sistema bancario, della finanza pubblica e del ruolo che devono giocare nel mercato le authority. Nella relazione presentata ieri ci si spinge fino al punto di criticare l'impostazione della legge finanziaria per il 2006. In particolare il Fondo Monetario critica la parte della finanziaria che affronta il tema della Authority e del relativo sistema di finanziamento. ‟Ci ha lasciati perplessi - ha dichiarato ieri Leipold - il fatto che si fissino dei limiti al bilancio della Consob. E' una questione che dobbiamo approfondire”.
Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, si è difeso sul punto delle Authority e si è dichiarato molto soddisfatto su tutto il resto del rapporto del Fmi. ‟La prima reazione - ha dichiarato Tremonti - la voglio esprimere in inglese: We welcome”. Nessuno vuole eliminare le Authority, ha spiegato poi Tremonti rispondendo da una parte alle osservazioni di Leipold e dall'altra alle critiche dei sindacati e dei partiti di opposizione che hanno letto il rapporto del Fmi come l'ennesima prova di una situazione di grande difficoltà nella gestione dei conti pubblici. Tremonti giura che i conti si terranno sotto controllo e promette perfino il rinnovo dei contratti pubblici. Per il responsabile ecomomico della Cgil, Beniamino Lapadula, è per esempio di estrema gravità il fatto che il governo abbia voluto occultare il taroccamento dei tendenziali 2006 per ben 6 miliardi di euro derivanti dalle fantasiose vendite immobiliari. Secondo Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, le conclusioni degli ispettori del Fmi sono in realtà una bocciatura della finanza pubblica italiana. Anche secondo il segretario dei Ds, Piero Fassino, quella del Fmi non si può leggere come una assoluzione della politica di Tremonti. La finanza pubblica, secondo Fassino, continua ad essere pericolosamente priva di bussola e di controllo.
Il capodelegazione Leipold ha molto insistito ieri, nella presentazione del rapporto sull'Italia, sulla necessità di mettere davvero sotto controllo i conti pubblici, cominciando dalla revisione completa del sistema di trasparenza dei conti. Sui conti pubblici - ha spiegato Leipold ‟lamentiamo problemi di trasparenza che sono di vecchia data”. ‟Per questo - conclude il capodelegazione - auspichiamo che sia la Corte dei Conti o un altro organismo a garantire la trasparenza”. Sono comunque necessari esperti indipendenti sui conti pubblici.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …