Paolo Andruccioli: Stangata tariffe con bonus bebè

14 Novembre 2005
Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, dice di aver trovato i soldi per evitare la crisi di governo. In zona cesarini, Tremonti ha fatto sapere ieri che il taglio del bonus bebè per il 2006 sarà evitato. Udc e An esultano. Ora, dicono gli esponenti dei due partiti di maggioranza che avevano minacciato di non votare la finanziaria alla Camera, siamo in perfetta sintonia, perché Tremonti ha promesso di emendare la finanziaria reintroducendo il bonus anche per i bambini che nasceranno, o saranno adottati nel 2006: mille euro. Il compromesso di Tremonti implica però un nuovo rastrellamento di risorse (a danno di quali settori?) e un precario equilibrio con la Lega che ieri, per bocca del ministro del welfare, Roberto Maroni, ha detto che l'emendamento potrà essere accettato solo se non si ridurrano le risorse per i bambini nati nel 2005.
Vedremo nei prossimi giorni che cosa succederà sul fronte della finanziaria che sta per sbarcare alla Camera. Ma è evidente il carattere tutto elettorale e propagandistico della manovra economica per il 2006. Ieri il leader dell'opposizione, Romano Prodi, dopo aver attaccato la propaganda di Berlusconi sulla casa, ha anche criticato l'operazione bebè. Tutto il pacchetto di interventi per la famiglia, ha detto ieri Prodi, è comunque una elemosina di un miliardo a fronte di tagli per 7 miliardi di euro ai servizi. A peggiorare la situazione e le tasche degli italiani arriva anche la prossima manovra in campo energetico. Il governo prepara infatti una stangata sulle tariffe energetiche, dopo un aumento medio di 120 euro per tutte le famiglie per le tariffe elettriche e del metano del 2005. Il 2006 si annuncia dunque ancora più pesante.
In particolare stanno per aumentare (da gennaio) le bollette della luce e del gas. Il Rie (Ricerche industriali energetiche) prevede infatti un aumento del 3% per la luce e del 5,5% per il gas, rincari che verranno giustificati con la corsa del prezzo del petrolio. La stangata sulle tariffe - se sarà confermata - si aggiungerà ai tanti tagli sui servizi, che si tradurranno, come è ovvio, in un peggioramento delle condizioni economiche di tutti. Lo ribadiscono anche gli amministratori locali che annunciano nuovi tagli ai servizi essenziali o aumenti della tassazione locale.
Proprio contro questa finanziaria si mobiliteranno i sindacati confederali con lo sciopero generale del 25 novembre. Ieri i segretari generali di Cisl e Uil, Pezzotta e Angeletti, hanno raccolto l'invito della Cgil al convegno sul Centenario (la Cgil è nata nel 1906). E' stata l'occasione per mettere a confronto le idee dei tre sindacati confederali sia sulla situazione politica del momento, sia sul prossimo futuro e quindi sulle scelte difficili che attendono i sindacati. Per il segretario generale della Cisl, quello del 25 sarà un grande sciopero generale. Il sindacato - ha ammesso Pezzotta - ha indetto lo sciopero a sessanta giorni di distanza per dare al governo Berlusconi un'altra possibilità. Ma il governo, spiega il segretario cislino, è rimasto sordo e non ha neppure risposto alle lettere di sollecitazione. Siamo dunque - e lo ammettono anche i segretari dei due sindacati che hanno firmato il Patto per l'Italia - in una situazione di sfascio totale delle relazioni sindacali. Una situazione grave - dice sempre Pezzotta - anche da punto di vista della diseguaglianze. Il problema non sono infatti le periferie geografiche, ma le ‟periferie sociali”. Le diseguaglianze aumentano ovunque. Peccato che anche la sinistra, dice Pezzotta, ha cominciato a vergognarsi di usare la parola ‟uguaglianza”.
Convinto dello sciopero generale e del giudizio estremamente negativo sulla finanziaria, anche il segretario della Uil, Luigi Angeletti, che ha ribadito ieri la necessità di ripartire dai redditi dei lavoratori dipendenti e dalle pensioni. Con la Confindustria, fa sapere invece il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, parleremo lunedì (domani). Secondo il leader della Cgil, dopo un primo momento di ottimismo, ora anche gli industriali ci stanno ripensando sulla finanziaria. ‟Anche per l'impresa - ha detto Epifani - il quadro è diventato molto critico”. L'incontro con la Confindustria dovrebbe esserci quindi domani, intorno alle 19.
Ma ieri Epifani, oltre a parlare di stretta attualità, ha voluto chiudere le due giornate di convegno sul Centenario con un discorso molto impegnato sul senso del sindacalismo nel mondo e in particolare sul significato più profondo del concetto di confederalità. Il segretario ha spiegato la differenza tra un sindacato unionista, inevitabilmente corporativo e un sindacato confererale, ovvero una libera associazione di persone che sappiano lottare per gli interessi di chi rappresentano, pensando però sempre anche agli interessi degli altri.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …