Guido Olimpio: Taglia su Osama e Zarkawi. Bruce Willis alla guerra

15 Novembre 2005
Da quando non c’è più il ‟Duca”, John Wayne, in tanti hanno cercato a Hollywood di indossare i panni dello sceriffo duro e inflessibile, che non concede scampo ai banditi. Panni veri e non di scena. L’ultimo a mettere la mano alla fondina e - forse - al portafoglio è Bruce Willis. Un altro duro a morire. In una intervista concessa alla rete americana Nbc l’attore, protagonista di film d’azione, non ha escluso di offrire una taglia di un milione di dollari per chi contribuirà alla cattura dei tre nemici: Osama Bin Laden, il suo vice Ayman Zawahiri e, ovviamente, Abu Musab Al Zarkawi, il leader dei tagliatori di teste in Iraq. Willis non è nuovo a sortite come questa. Alla vigilia del conflitto iracheno aveva lanciato la stessa offerta e l’identica ricompensa nell’intento di ottenere la cattura di Saddam Hussein. ‟C’erano state delle conversazioni con i militari, ma loro mi avevano detto di non poter ricevere denaro”, ha spiegato l’attore. Per questo ha pensato, come gli ha suggerito l’intervistatore, a dei ‟civili”. A qualcuno che voglia prendere uno dei ricercati e mettere fine alla sua attività. Interessante il contesto. Willis infatti ha cercato di difendere l’azione dei soldati americani in Iraq: ‟Non lo fanno solo per questo Paese. E’per il mondo...E’tempo di fermare il terrorismo”. Toni patriottici che ricordano quelli di altre star del cinema. O impegni personali di uomini d’affari: il miliardario Ross Perot ha finanziato un’operazione per recuperare cittadini Usa intrappolati in Iran. L’idea di usare le taglie come nel selvaggio West risale al 1984 quando l’Amministrazione Usa lancia un programma di ricompensa per ottenere l’arresto di dirottatori di aerei e di spietati terroristi. Una campagna che ottiene l’appoggio di testimonial famosi. Charlton Heston, lo strenuo avvocato della lobby delle armi. Charles Bronson, l’attore che ha interpretato il ruolo de Il giustiziere della notte. Esiste da tempo un sito statunitense - ‟Reward for justice” - con il listino taglie. In cima c’è Bin Laden con una cifra che parte dai 25 milioni di dollari a salire. Al secondo posto Al Zawahiri, con altri 25 milioni di premio. Quindi Midhat Mursi, lo scienziato pazzo di Al Qaeda, e Nasser Setmariam, ideologo degli eurojihadisti: ricompensa di 5 milioni di dollari. Forse per Setmariam l’hanno già pagata, in quanto lo avrebbero arrestato pochi giorni fa in Pakistan. Resta in vigore il wanted da 10 milioni di dollari per Izzat Ibrahim Al Douri, ex braccio destro di Saddam del quale è stata annunciata - e ieri smentita - la morte per malattia. Il sistema delle taglie, dopo l’11 settembre 2001, ha subito una rivoluzione in quanto è cresciuta sia la domanda che l’offerta. In Afghanistan sono accorsi molti veterani e qualche avventuriero che con l’appoggio ufficiale o in modo autonomo vanno alla caccia dei latitanti qaedisti. Gli americani offrono 5 mila dollari per un semplice mujaheddin e decine di milioni per i capi. Si lanciano volantini sulla zona di confine Afghanistan-Pakistan, vengono distribuite confezioni di fiammiferi con la foto di Bin Laden. I primi affari li fanno le tribù pachistane che ospitano e poi vendono agli americani numerosi militanti islamici. E’quello che capita ad un gruppo di estremisti cinesi, trattati come dei piccoli Osama. Si muovono anche strani personaggi. E’il caso di Jack Idema, ex membro delle forze speciali americane e al centro di controverse vicende giudiziarie. Ha fatto causa ad una tv per una storia di filmati jihadisti, ha promosso un’azione legale contro George Clooney che gli avrebbe rubato un soggetto. Giunto a Kabul, Idema organizza un suo team e crea un carcere segreto in un appartamento. Con il mini-esercito sogna di individuare i leader terroristici che si nascondono sui monti. Riesce solo a ‟catturare” due poveri afghani, imprigionati nella cella-cucina e malmenati a lungo affinché confessino quello che non sanno. L’avventura di Idema finisce in una prigione vera, ma sono ancora tanti i cacciatori di taglie che sperano nel colpo della vita.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …