Guido Olimpio: Morto Al-Douri, braccio armato di Saddam

16 Novembre 2005
Dal tavolo iracheno sparisce il «re di fiori». Con un breve comunicato, l’ex partito Baath ha annunciato la morte di Izzat Ibrahim al-Douri, per anni numero due del regime di Saddam e responsabile di feroci repressioni. Una volta caduta la dittatura, il gerarca si sarebbe trasformato in uno degli ispiratori della guerriglia anti-americana malgrado fosse gravemente malato. «Il capo della resistenza è spirato alle 2,20 del mattino di venerdì 11 novembre 2005 (le 24.20 italiane) si legge in un messaggio del Baath rilanciato dalla tv satellitare Al Arabya. Il suo posto è stato preso da Abdul Kader Talab al-Duri. Fonti indipendenti non hanno confermato la scomparsa di Al Douri, ma, viste le sue condizioni di salute, non lo si può escludere. Baffi rossicci, carnagione chiara, figlio di un venditore di ghiaccio, Al-Douri è sempre stato considerato uno degli uomini più fidati di Saddam. Nato nel 1942 in un villaggio poco lontano da Tikrit, la città del raís, Izzat si è conquistato la fama di dirigente inflessibile. Ha guidato personalmente operazioni di repressione contro i dissidenti e insieme al vicepresidente Ramadan si è trasformato in un guardiano del regime che ha contribuito a creare. È stato infatti tra i protagonisti del golpe che nel 1968 ha aperto la via del potere a Saddam. I vincoli politici sono stati poi rinsaldati dal matrimonio - durato però poco - tra sua figlia e il primogenito del presidente, Uday. Al-Douri non ha mai concluso gli studi militari eppure ha assunto incarichi sempre più importanti, arrivando a essere designato vice presidente e vice responsabile del Consiglio rivoluzionario del partito Baath. Durante la guerra Iran-Iraq (1980-88) avrebbe svolto un ruolo importante nell’ordinare l’uso delle armi chimiche contro i curdi ad Hallabja. Risultato: cinquemila civili sterminati. Poco prima dell’invasione americana, Saddam gli affida la responsabilità del «fronte settentrionale» con base a Mosul. Come gli altri gerarchi può fare ben poco per constrastare la marcia delle unità Usa. Diventa invece importante una volta che nell’Iraq esplode la resistenza. Nonostante abbia un tumore, è il punto di riferimento per i ribelli saddamisti che hanno organizzato depositi di armi e rifugi in tutto il Paese. Ricostruzioni mai confermate parlano anche di un patto siglato con i mujahidin stranieri venuti in soccorso della ribellione. In questo quadro Al-Douri, accompagnato da due figli, firma in modo solenne un’alleanza con Abu Musab al-Zarkawi: una storia che forse è solo una leggenda. Per gli americani è comunque un elemento pericoloso. Finisce nel mazzo di carte con i nomi e i volti di 55 dirigenti del regime: è il re di fiori e sulla sua testa c’era una taglia di dieci milioni di dollari. L’intelligence lo ha segnalato più volte nel triangolo sunnita o in Siria, dove si sono rifugiati altri esponenti del regime. In diverse occasioni è stata annunciata la sua morte, peraltro smentita dalla diffusione di proclami a suo nome. L’ultimo, pubblicato il 5 ottobre, invitava la resistenza a intensificare la lotta.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …