Paolo Andruccioli: Tfr. Riforma fantasma

18 Novembre 2005
In Italia - in questo preciso momento - solo un uomo può sapere quale sarà il destino della riforma del Tfr: Silvio Berlusconi. Ce lo ha fatto capire ieri con una certa chiarezza il ministro del welfare, Maroni, che dopo essersi sbracciato per mesi sulla sua riforma della previdenza complementare, ora sembra acquietato. Forse la devolution lo ha pienamente soddisdatto. Le pensioni possono aspettare. Dopo aver minacciato ritorsioni politiche in caso di siluramento della sua riforma, ieri Maroni ha detto che spetta solo a Berlusconi presentare l'ordine del giorno al prossimo consiglio dei ministri. D'altra parte lui, il ministro del welfare, non può mica presentarsi a palazzo Chigi, la prossima settimana, con un contrordine del giorno. Così, se Berlusconi non lo farà e se non succederà più niente entro il 5 dicembre, la riforma sarà cestinata. Che cosa dobbiamo pensare di tutto ciò? Dobbiamo stracciarci le vesti per una riforma che abbiamo criticato, ma che ora viene boicottata dal premier in persona, in odore di nuovo e diretto conflitto di interessi per i suoi rapporti con Mediolanum? La prima risposta, istintiva, è che siamo di fronte a una vera e propria indecenza. Questa riforma - se dovesse essere affossata - sarebbe l'unica riforma mancata del governo di centrodestra. E' stato stravolto il mercato del lavoro (le sue regole e le garanzie), è stata stravolta la scuola e l'università, si reintroduce l'obbligo dell'ora di religione (che comunque era diventata già obbligatoria nei fatti), è stata stravolta la Costituzione del `48. Tutte queste cose, e molte altre, che sembravano impossibili fino a ieri, sono state realizzate. La riforma della previdenza, che avrebbe dovuto dare attuazione alle riforme degli anni Novanta che hanno dimezzato (scusate lo schematismo) il tasso di sostituzione delle pensioni pubbliche, si è invece incagliata. Sono state in particolare le compagnie di assicurazione che hanno fatto una grande e per certi versi inedita opera di lobbing. Non gli va bene che siano favoriti i fondi pensione dei sindacati, con la corsia speciale del contributo del datore di lavoro. Silvio Berlusconi ha fatto finta di non volersi immischiare, ma poi è stato trascinato dall'entusiasmo e ha dichiarato che il suo governo non farà mai un regalo ai sindacati.
È probabile quindi che le cose rimangano come sono oggi: solo una minoranza di lavoratori con contratti a tempo indeterminato aderiscono ai fondi pensione, gli altri si terranno il Tfr e non avranno altri sostegni alla magrissima pensione pubblica che si prepara. Lo scandalo, dunque, non è tanto (o non solo) il conflitto di interessi e la pressione all'americana (nel senso delle lobby) delle compagnie. Il vero scandalo è che finora non esiste una politica previdenziale e del welfare all'altezza dei cambiamenti. Anche il centrosinistra, infatti, è in forte imbarazzo perché ha avviato l'era delle riforme e non sembra disposto a rimettere in discussione la famosa legge Dini del 1994, che ha cambiato il rendimento finale delle pensioni. Cominciano però a circolare le prime idee che andrebbero subito discusse per non farci trovare di fronte a una qualche nuova sorpresa. Un'idea che gira, per esempio, si basa sul taglio della contribuzione (oggi al 33%) e sulla definizione di una sorta di zoccolo duro di pensione pubblica uguale per tutti a cui si dovranno sommare le pensioni private. Una pensione base intorno ai 350 euro al mese. Intanto però, anche se la riforma Maroni passasse, rimarebbero fuori milioni di lavoratori: tutto il pubblico impiego, tutto il lavoro precario, tutti i lavori delle piccole e medie imprese che sarebbero esentate dal versamento del Tfr. A tutte le altre imprese un altro grande regalo dallo stato per la compensazione. Forse potremmo spendere molto meglio quei soldi.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …