Paolo Andruccioli: Mediaset si condona cinque anni

10 Gennaio 2006
Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha sanato la sua posizione fiscale pagando una multa di 1800 euro. Avvalendosi di una sua legge (la n.289 del 2002) sul condono, il premier è riuscito a sanare tutte le sue eventuali irregolarità (evasioni fiscali o frodi), con due piccole rate, da 1500 euro la prima, più una seconda da 300. Secondo quella legge - uno dei tanti condoni partoriti dal superministro dell'economia Giulio Tremonti in questi anni di governo di centrodestra - bastava presentare una modifica alla prima dichiarazione dei redditi (magari inesatta) per mettersi d'accordo con il Fisco una volta per sempre e mettersi così al riparo da qualsiasi ulteriore controllo. Un condono sul passato e una sorta di condono tombale per il futuro. In questo caso, nel 2002, il contribuente Berlusconi, tramite i suoi consulenti e avvocati, avrebbe leggermente ritoccato le sue entrate relative a Mediaset e ha chiesto la sanatoria, pagando appunto in percetuale su una somma irrisoria che ha leggermente ritoccato la prima versione della sua dichiarazione dei redditi. Così, con 1800 euro, il presidente Berlusconi ha sanato un'evasione fiscale che potrebbe valere decine di milioni di euro.
Perché viene fuori solo oggi questa storia? Tutto era cominciato il 15 dicembre scorso, quando l'agenzia delle Entrate ha cercato di recuperare dalla magistratura il fascicolo sul procedimento penale che ha coinvolto il premier accusato di frode fiscale per i diritti Tv relativi a Mediaset. Poco prima di natale, il 23 dicembre, il fascicolo di Berlusconi è stato recapitato all'agenzia delle Entrate, con l'avvertenza che le carte delle rogatorie estere non sarebbero state utilizzate in relazione alla frode fiscale. Pochi giorni dopo, il 28 dicembre, la stessa Agenzia delle entrate ha comunicato che la pratica relativa al presidente del consiglio poteva considerarsi chiusa. Berlusconi non ha fatto altro che esibire la documentazione del condono da lui stesso richiesto nel 2002. L'avvocato del premier, Niccolò Ghedini, vorrebbe quindi avere buon gioco nel difendere il cittadino contribuente Berlusconi dalla valanga di critiche che si sono sollevate ieri dagli esponenti del centrosinistra e a difenderlo soprattutto dalle nuove accuse di conflitto di interessi rispetto al decoder. ‟Nel centrosinistra - ha dichiarato ieri l'avvocato Niccolò Ghedini - sono talmente preoccupati della vicenda Unipol che tentano di distrarre l'opinione pubblica inventando fatti inesistenti contro Silvio Berlusconi”. Analoghi i discorsi di Tajani e di Schifani. ‟La sinistra - dice Tajani - con ipocrita arroganza, cerca di nascondere gli intrecci tra affari e politica che vedono protagonisti personaggi di spicco dei Ds e del mondo delle cooperative prendendosela di nuovo con Berlusconi”. E' solo un tentativo mal riuscito, dicono i difensori del premier, di distogliere l'attenzione dai fatti importanti. Si risente anche il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, che riferendosi a una battuta di Rutelli, sostiene che ci vuole ‟una gran faccia tosta per attaccare il presidente del consiglio su una pura formalità, facendo finta di ignorare che Berlusconi e il gruppo che a lui fa capo sono tra i primi contribuenti italiani”.
Non la pensa allo stesso modo l'ex ministro delle finanze del centrosinistra, Vincenzo Visco: ‟Dopo tanto parlare a vuoto di etica e politica e di questione morale - ha dichiarato ieri Visco a proposito di Berlusconi - appena si dirada un po' la polvere, emergono i problemi veri”. Rispetto alle due rate pagate al Fisco dal presidente del consiglio per sanare la sua posizione come contribuente, Visco sostiene che la questione del condono coinvolge sia l'ideatore del condono, cioè il ministro dell'economia, sia l'impudenza di un presidente del consiglio che attraverso il pagamento rateale di alcune centinaia di euro, si garantisce una franchigia nei confronti di eventuali accertamenti futuri per diversi milioni di euro”.
‟Se le cose stanno davvero in questo modo - ha detto Vannino Chiti, coordinatore per le relazioni politiche e istituzionali dei Ds - dobbiamo riconoscere che almeno in questo caso Berlusconi ha mantenuto una promessa fatta agli italiani: per se stesso è riuscito a ridursi le tasse”. Ironico, Chiti, anche su Tremonti, che sarebbe più bravo come commercialista di Berlusconi che come ministro. ‟Negli Stati uniti o in un qualsiasi altro paese avanzato - commenta Beniamino Lapadula, responsabile economico della Cgil - un fatto del genere avrebbe determinato le dimissioni di qualsiasi politico con responsabilità istituzionali”

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …