Guido Olimpio: Iran. Trappole d’amore, sabotaggi, incendi. Guerra segreta per fermare la Bomba

12 Gennaio 2006
Una avvenente ragazza abborda lo scienziato nucleare iraniano in viaggio in Europa. Lo attira in un ‟nido d’amore” che si trasforma in trappola di morte: lo scienziato viene assassinato da uno 007. Potrebbe scattare così la guerra clandestina, con sabotaggi agli impianti nucleari, attacchi segreti alle linee di rifornimento iraniane, omicidi mirati. Una ripetizione di quanto fatto da Gerusalemme negli anni 80 per neutralizzare il programma atomico iracheno. Prima di bombardare la centrale di Osirak gli israeliani avevano punito i Paesi occidentali dove Bagdad faceva la spesa nucleare. Che poi non sono diversi da quelli che riforniscono gli ayatollah. La storia della bella ragazza non è fantasia. Nel 1980, a Parigi, Yahya Al Meshad, prestigioso scienziato nucleare iracheno, si è fatto ammaliare da una vistosa prostituta dal nome improbabile, Maria Express. Il giorno dopo Al Meshad viene trovato assassinato nel suo hotel. Non ha avuto un futuro neppure Maria, travolta e uccisa da un’auto pirata. Una testimone scomoda fatta tacere per sempre. I segnali di attività clandestine sono già emersi. In Iran i contadini parlano di strane apparizioni nel cielo e i più ingenui gridano ‟all’Ufo”. Si tratta in realtà di incursioni di velivoli senza pilota americani, che fotografano e spiano il terreno. Ricognizioni, si dice, in vista di incursioni di forze speciali. Nella zona di Arbil (Kurdistan iracheno) ‟consiglieri” israeliani stanno addestrando piccoli team di esuli iraniani: curdi, mujaheddin del popolo, nazionalisti, monarchici, arabi. Un esercito fantasma per azioni mordi e fuggi. Un esperto ha raccontato alla rivista ‟Atlantic Monthly” che per sabotare un impianto è sufficiente uno zaino pieno di esplosivo al plastico. E a giudicare dagli ‟incidenti” che avvengono periodicamente in Iran forse qualcuno è già al lavoro. Sempre durante la campagna contro l’Iraq gli agenti del Mossad hanno piazzato bombe all’interno di fabbriche europee che aiutavano gli iracheni. Una in Italia, un’altra in Francia. Misteriosi incendi hanno danneggiato gli uffici di una società svizzera che aiutava Bagdad nella messa a punto di missili. Gli analisti statunitensi sono sicuri potrebbe accadere di nuovo e ancora in Europa, dove si fanno affari d’oro - anche se pericolosi - con i mullah. Gli 007 sono in agguato in alto mare. Un finto mercantile può abbordare il cargo che dall’Oriente trasporta materiale sensibile verso l’Iran. Un abbordaggio alla Sandokan e la nave va a fondo. Gli iraniani stanno zitti perché non vogliono svelare i loro traffici così come chi li ha colpiti. Il blitz può avvenire anche in forma ‟legale”. Una fregata della Marina Usa può intercettare un battello sospetto e controllarne il carico. Si è già verificato con una nave piena di missili nord coreani bloccata da un’unità spagnola nel Mar Rosso. Dalle rotte dei pirati alle nuove Tortuga dei mille traffici. Un ordigno a orologeria distrugge un magazzino nel porto di Dubai, terminale di molti trasferimenti di tecnologia: vai a sapere cosa ospitava il capannone. Tutti tacciono. E la guerra continua perché Teheran potrebbe rispondere con la stessa moneta.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …