Guido Olimpio: Un fax intercettato dagli svizzeri svela le carceri segrete della Cia

12 Gennaio 2006
Domenica il giornale svizzero ‟SonntagBlick” ha pubblicato un fax intercettato dagli 007 elvetici. Si tratta di un cablo dell’ambasciata egiziana a Londra nel quali ‟fonti proprie sostengono che 23 tra iracheni e afghani” sono trattenuti in una base militare in Romania controllata, in qualche modo, dall’intelligence Usa. Altri centri di detenzione - è scritto nel fax - sono presenti in Ucraina, Bulgaria, Kosovo, Macedonia. La rivelazione sembra confermare quanto sostenuto a dicembre sulla presenza in Polonia e Romania di prigioni legate alla rete segreta della Cia. Centri riservati a presunti terroristi e a militanti. Aspre le polemiche. Le autorità svizzere hanno aperto un procedimento contro il giornale mentre il responsabile della commissione di inchiesta del Consiglio Europeo, lo svizzero Dick Marty, ha deciso di vederci chiaro sulla denuncia. Marty - che è stato anche procuratore - sta conducendo da alcune settimane una indagine sui voli della Cia in Europa e sulla presenza di prigioni ‟gestite” dagli Usa. Se dovesse essere accertata l’esistenza, i Paesi coinvolti rischierebbero sanzioni. Nelle scorse settimane Romania e Polonia, chiamate in causa dal ‟Washington Post” e da Human Right Watch, hanno smentito con decisione. Altre fonti hanno sostenuto che un gruppo di detenuti sarebbero stati trasferiti in seguito in Nord Africa, forse in Romania.
La creazione di prigioni e il trasferimento di terroristi rientra nella guerra segreta scatenata dalla Cia dopo l’11 settembre. Gli americani hanno condotto oltre 150 operazioni, conosciute come ‟consegne speciali”. Una di queste ha coinvolto l’imam egiziano Abu Omar, rapito a Milano nel febbraio 2003 e trasferito al Cairo. Per questo sequestro il procuratore aggiunto Armando Spataro ha emesso 22 ordini di cattura per altrettanti agenti Cia. In un libro appena uscito - ‟State of War” di James Risen - si sostiene che gli Usa avevano creato un’unità speciale, chiamata ‟Box Top”, incaricata di dare la caccia ai terroristi in tutto il mondo senza dover rispondere a nessuno. Molti dei catturati sono finiti in un carcere speciale, noto come ‟Bright Light”. Sempre Risen rivela che nell’aprile 2002 la Cia ha organizzato a Roma un summit dei suoi agenti in Europa con l’obiettivo di spiegare la futura invasione dell’Iraq. A questo fine gli 007 dovevano impegnarsi in una campagna di propaganda clandestina sui media europei per promuovere il sostegno alla guerra.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …