Lorenzo Cremonesi: Iran. Ma il popolo sta con il regime
L’Iran scongela il programma nucleare e torna all’indice della comunità internazionale. Ma la popolazione non è stanca di vivere nel Paese paria per eccellenza?
Siamo di fronte a una dittatura attenta, pervasiva, dove la gente evita di esprimersi con troppa chiarezza. Per la maggioranza degli iraniani la bomba atomica è una questione di prestigio. Sostengono qualsiasi regime che persegue il programma nucleare. L’iraniano medio è un fiero nazionalista. Per lui tutto ciò che dà forza e rispetto al Paese va sostenuto senza riserve.
Atomica come strumento di prestigio?
Non solo. Qui le memorie della guerra contro l’Iraq negli anni 80 restano una profonda e collettiva ferita. Anche ieri Rafsanjani, molto più moderato di Ahmadinejad, ha ripetuto che se Saddam avesse avuto l’atomica l’avrebbe tirata su Teheran senza alcuno scrupolo. La convinzione più diffusa è che in una regione tanto esplosiva, dove gli iraniani si sentono circondati da nemici e potenziali colonizzatori, l’atomica resta l’unica polizza di assicurazione.
Nessun tipo di opposizione? Qualche isolato intellettuale, tra le personalità fuggite all’estero. Ma non hanno alcun peso rilevante.
E come vedono le minacce contro Israele?
Male. Le ritengono provocazioni che non portano a nulla di positivo. La nostra radio riceve tante telefonate di iraniani, che vogliono scusarsi a nome del loro Paese per le parole cariche di veleno di Ahmadinejad. Stamattina, una signora, una musulmana sciita di Teheran, ci ha offerto uno dei suoi reni per donarlo a Sharon, se per caso ne avesse bisogno una volta uscito dal coma.
Qualche possibilità di cambio di regime?
Non credo. Non vedo alcuna possibilità di ricambio democratico. E un colpo di Stato è impensabile senza un solido aiuto dall’esterno, che non vedo materializzarsi.
Ahmadinejad può dormire sonni tranquilli?
Direi di sì. È sostenuto quasi senza riserve dall’aristocrazia religiosa. L’esercito non lo mette in dubbio. E in più si sente vincente, sta penetrando in Iraq grazie alla nuova supremazia sciita dopo la caduta di Saddam”.