Guido Olimpio: In dieci o tre anni? Intelligence incerta sulla Bomba degli ayatollah

19 Gennaio 2006
Fra quanto tempo l’Iran avrà la sua prima atomica? Gli esperti e gli 007 hanno molte teorie e poche informazioni precise. Uno studio americano sostiene che che ‟l’Iran potrebbe arrivare al suo primo ordigno nel 2009”, a patto che risolva gravi problemi tecnici e tutto vada per il verso giusto. È più o meno della stessa idea il generale Zeev Farkash, capo uscente dell’intelligence militare israeliana che però avverte: entro un anno (o forse meno) Teheran raggiungerà ‟il punto di non ritorno” (la capacità di arricchire uranio per uso militare), ossia entrerà in una fase attraverso la quale non sarà impossibile arrivare alla Bomba. Per questo, ha sottolineato il generale, ‟abbiano tra i sei mesi e un anno per fare qualcosa”. L’alto ufficiale invita a non fare l’errore di pensare subito al risultato finale - l’ordigno - bensì a concentrarsi sulla strada che porta all’atomica. E di conseguenze la strategia di contenimento deve tenere conto di questo risvolto. Altre stime israeliane non si allontanano troppo dalle previsioni di Zeev Farkash indicando come ‟scadenza” tra i 4 e i 5 anni. Gli europei parlano, invece, di 5 mentre alcuni tecnici americani allungano i tempi: tra i sei e i dieci anni. Chi non è influenzato dalla politica o da interessi diretti (come possono essere gli israeliani) si muove con prudenza nell’esaminare la pur reale minaccia iraniana e cerca di sottolineare che gli scienziati di Teheran hanno ancora molto lavoro da svolgere. E le difficoltà da superare possono rallentare di molto il progetto nucleare. Ma le risorse impegnate e la caccia tecnologica scatenata dai mullah potrebbero rivelare sorprese. Gary Milhollin, direttore del Wisconsin Project sul controllo delle armi nucleari, ritiene che gli iraniani abbiano la volontà di andare fino in fondo e senza perdere tempo. ‟Quanto ci impiegheranno ad arrivare alla meta? Nessuno ha la risposta. Però non mi sorprenderei se entro cinque anni produrranno una, due o tre bombe nucleari”. Osservatori ‟moderati”, infine, tendono a vedere i piani di Teheran come uno strumento di pressione e credono che per ora abbiano una dimensione civile. Sono gli stessi israeliani a sottolineare che manca la ‟pistola fumante”, la prova che il progetto avrà un fine militare, anche se è evidente che gli ayatollah ci stanno lavorando.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …