Guido Olimpio: Libia. Gli integralisti e il nemico Gheddafi

22 Febbraio 2006
Per gli integralisti, Gheddafi è un nemico da abbattere. Innanzitutto, perché il leader dopo la presa del potere, nel 1969, ha accarezzato l’Islam, inventato il libretto verde e corteggiato, per un certo periodo, gli ulema. Fingeva di agitare la spada dell’Islam. Invece l’ha usata per tagliare la testa agli islamici. Ma si è conservato, sempre, una carta di riserva. Ha dato ospitalità agli avversari di Mubarak, ha finanziato i circoli sufi a patto che mantenessero separato Corano e politica. Manovre bizantine per tener testa alle pressioni di Usa e Gran Bretagna. Che rispondono. Secondo una ricostruzione (smentita) gli 007 inglesi avrebbero finanziato un complotto integralista per eliminare Gheddafi nel gennaio 1996. Un attacco preceduto dalla fallita insurrezione del ‟Gruppo islamico libico combattente” (Gilc). La formazione, oggi ridotta al lumicino, era una delle tante componenti dell’opposizione radicale. Come l’Harakat Al Islami, i Tabligh, l’Hizb ut Tharir. Sono piccoli movimenti che si affermano a metà degli anni ‘90 attorno ai militanti andati a combattere i russi in Afghanistan. Quasi 800 uomini che creano, dopo la sconfitta dell’Armata rossa, la loro base a Nangahar, vicino al confine pachistano. Nel 1995, i leader si disperdono. Qualcuno resta in Afghanistan, altri si muovono prima in Sudan e poi in Europa (Londra, Ginevra). Chi è tornato in Libia sferra alcuni attacchi a Bengasi, Derna, Al Bayda. Provano ad uccidere - 4 volte - il dittatore. La rivolta si trasforma in una sconfitta. Lo sheikh Awatha Al Zuwari marcisce in galera. L’ideologo Abu Munder Saadi e l’emiro Abdullah Al Sadeq, perduto nel 2001 il santuario afghano, sono catturati dagli americani: il primo a Hong Kong, il secondo a Bangkok. Ora sono agli arresti in Libia. Gli scampati al disastro cercano un riscatto usando temi sociali. Provano a sfruttare la rabbia dei disoccupati, la disperazione dei giovani senza futuro. E si affidano all’eroe di tutti i libici: Omar Mukhtar, capo della resistenza anti-italiana impiccato nel 1931. Nei comunicati islamici si dice che la battaglia contro Gheddafi è la continuazione della guerra al colonialismo. Tripoli risponde paragonando gli oppositori ai qaedisti. Accuse respinte dagli islamici: ‟In Afghanistan stavamo con i talebani e non con Osama”. Il Gruppo però non nega che alcuni membri siano diventati, per scelta autonoma, tra i più importanti ufficiali di Al Qaeda. Punti di contatto che permettono a Gheddafi di affiancare Washington nella lotta al terrorismo. Una collaborazione sancita dal colonnello con una delle sue magiche piroette: il vicecapo della Cia è ricevuto a Tripoli (11/2005) mentre nelle basi militari atterrano jet speciali con a bordo prigionieri da far sparire.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …