Guido Olimpio-Biagio Marsiglia: Tre cellule in Italia, Francia e Belgio In Siria il centro unico di comando

07 Aprile 2006
Tre gruppi distinti. Il primo in Francia, cresciuto attorno alla figura di Safe Bourada. Il secondo in Italia, costituito da elementi nordafricani che si muovono tra Milano e Bologna. Il terzo in Belgio, capace di reclutare la prima donna kamikaze europea. Le prime due colonne hanno elementi di contatto tra loro. Telefonate, rapporti. La terza è in apparenza indipendente anche se c’è una pista che la lega alla realtà francese. Ma il vero punto di raccordo è in Siria. Damasco, Aleppo e località minori vicino al confine iracheno costituiscono la testa di ponte per una organizzazione che brandisce una lama a doppio taglio. Da una parte colpisce in Iraq, arruolando volontari e aspiranti martiri. Dall’altra distoglie mujaheddin per il fronte europeo: sono loro, pochi e preparati, che devono fare da consulenti ai complici che agiscono nel Vecchio Continente. Informazioni raccolte dagli americani e poi confermate dalla sicurezza siriana provano che a pilotare i gruppi in Europa è una costola di Al Qaeda nella terra dei due fiumi, il movimento di Al Zarkawi, che ha creato basi in Siria e in Libano. Il ruolo di emiro è affidato a un tunisino, nome di battaglia Abu Mohammed Al Tounsi (vera identità: Majdi Al Zebri), che raccoglie elementi nordafricani. In particolare algerini e marocchini che già militano nel fronte jihadista. Ma Al Tounsi è ucciso dalla polizia siriana nel giugno 2005 e altri suoi complici sono catturati nel dicembre dello stesso anno. E’in quell’epoca che trapelano le prime indiscrezioni sull’esistenza di una rete che prepara attacchi in Italia, Belgio, Francia, Germania. Altre prove emergono in seguito ad operazioni condotte dagli 007 algerini. Le indagini producono risultati in Francia dove l’antiterrorismo sequestra armi, esplosivi e accerta l’esistenza di un nuovo fenomeno: i gangster-terroristi che si finanziano con rapine miliardarie. L’allarme cresce quando emerge la drammatica vicenda di Muriel Degauque, 36 anni, di professione panettiera. La giovane belga, convertita all’Islam radicale, aderisce ad una organizzazione eversiva che la spinge a un’azione clamorosa: si fa saltare per aria il 9 novembre in Iraq. Il suo compagno, mezzo marocchino e mezzo belga, muore combattendo a Falluja. Il gesto della donna-bomba inquieta i servizi di sicurezza. I francesi accentuano i controlli e lavorano sodo trovando non pochi riferimenti a possibili azioni in Italia e nella stessa Francia. Si riguardano vecchi fascicoli. Tra questi c’è quello intestato a Hamid Bach, arrestato a Montpellier il 21 giugno 2005 al suo ritorno dall’Iraq. Sotto un duro interrogatorio rivela di aver incontrato ad Aleppo (Siria) un certo Mohammed Al Iraqi che gli dice: ‟Tieniti pronto ad un’azione da compiere in Italia”. In dicembre i francesi catturano poi due studenti che hanno imparato a fare le bombe su Internet e indagano su strani viaggi fatti verso il Libano, dove vengono condotti (in appartamenti sicuri) minicorsi d’addestramento. Arriviamo a queste ultime settimane. Il fermento dei qaedisti - con cellule sparse, in apparenza non collegate - è dovuto alla nascita di Al Qaeda nello Sham. Basi in Siria e Libano, vicina ad Al Zarkawi, deve estendere il rogo iracheno alla regione. Israele e Giordania sono in testa alla lista, ma gli 007 sospettano che la rete possa riservare una sorpresa per l’Europa.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …