Guido Olimpio: Bin Laden. “Moussaoui è innocente… L’11 settembre diedi io gli ordini ai 19 kamikaze”

25 Maggio 2006
La presunta ‟voce” di Osama bin Laden coglie tutti di sorpresa. Non contento di indossare il mantello di guida spirituale, il Vecchio della Montagna vuole affermarsi anche come supremo leader militare. E in particolare rivendica in modo netto e diretto l’attacco dell’11 settembre 2001. Una mossa compiuta usando uno di quei misteriosi messaggi audio lanciati su Internet. Nel nastro - ora allo studio per l’autenticazione - Osama interviene direttamente sulla ricostruzione del massacro delle Torri Gemelle affermando che Zacarias Moussaoui, l’unico terrorista condannato negli Usa per la strage, è ‟estraneo” al complotto. Bin Laden aggiunge: lo affermo con cognizione di causa perchè ‟sono io che ho scelto” i 19 membri del commando”. Il Califfo cerca di ribadire la sua supremazia oscurata da altri capi (da Al Zawahiri a Al Zarkawi) e rammenta a chi avesse dei dubbi che è lui lo stratega dell’11 settembre. La sua è anche una risposta diretta al terrorista franco-marocchino Moussaoui, di recente giudicato da un tribunale Usa e spedito a scontare l’ergastolo in un carcere di massima sicurezza in Colorado. Moussaoui aveva sostenuto (e poi ritrattato) di aver svolto un ruolo importante nel piano e solo il suo arresto, nell’estate 2001, aveva impedito la sua partecipazione al sanguinoso attacco. Indicazioni in questo senso erano state anche fornite dall’intelligence e per molto tempo il terrorista è stato definito il ‟ventesimo kamikaze”. Nel nastro c’è anche la difesa dei detenuti di Guantanamo: ‟Tutti i prigionieri, catturati nel 2001 e nella prima metà del 2002, non hanno nessun legame con l’11 settembre. Molti non sono neppure di Al Qaeda”. Ma Osama si rivolge probabilmente anche al suo uomo di fiducia, Khaled Sheikh Mohammed, mente operativa del qaedismo e detenuto in una prigione segreta. Sottoposto a duri interrogatori, Ksm - così lo chiama la Cia - ha cercato di presentarsi come uno spirito indipendente. Nella confessione - in parte pubblicata nei mesi scorsi - Mohammed ha confermato che Osama aveva partecipato alla scelta del commando ed aveva anche indicato una data diversa per l’attentato. La prima riunione - ha affermato - sarebbe avvenuta nel ‘98 e in quell’occasione Bin Laden aveva indicato come elementi del team d’assalto Nawaf Al-Hazmi e Khaled Al-Midhdhar. Ma l’ingerenza aveva provocato delle frizioni con Ksm. Alla base del dissidio c’era che nella designazione dei kamikaze, Bin Laden aveva insistito per inserire elementi che lui giudicava poco adatti. Mohammed, alla fine, ha seguito le direttive del leader. Sempre secondo la sua ‟confessione” l’operazione fu concordata con Osama e Mohammed Atef. E’ sempre Bin Laden a indicare l’egiziano Mohammed Atta quale ‟emir”, capo, dell’intera operazione e Al Hazmi suo vice.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …