Michele Serra: L'amaca di giovedì 25 maggio 2006

25 Maggio 2006
Certe cose non si aggiustano più. L’idea che esistano le persone perbene, per esempio, i padri integri e severi di una volta, e che il giudice Borrelli sia una di queste. Non si aggiusta più, questa idea che un tempo era intera, ma negli ultimi dieci anni è stata ridotta in cocci dalle mazzate di una propaganda maldicente, furba, bugiarda e profumatamente retribuita. E adesso, per molti italiani oramai intronati dalle bugie, il giudice Borrelli è "comunista", "toga rossa", uno che agisce per inimicizia personale e per pregiudizio ideologico, e certamente va ad occuparsi di calcio per puro zelo antiberlusconiano. E perfino sui quotidiani indipendenti si leggono tristi commenti che lo indicano come "di parte": come se fosse un militante politico.
Non lo è adesso, non lo era prima. E’ un borghese all’antica che con il "comunismo" c’entra meno di zero. E’ un funzionario dello Stato e ha solo cercato di amministrare la legge, e tanto basta a farlo odiare da chi considera la legge un insopportabile intralcio al proprio potere. Scusate la semplificazione. Ma è un lusso, la semplificazione.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…