Guido Olimpio: Ucciso Al Zarqawi in un raid aereo. Quali conseguenze per l'Iraq?

08 Giugno 2006
L’uccisione di Abu Musab Al Zarqawi, oltre a mettere fine alla carriera sanguinaria di un terrorista, rappresenta una iniezione di fiducia per le autorità di Bagdad e la coalizione. Un segnale di riscossa dopo mesi di duri colpi subiti per mano della guerriglia e dell’eversione jihadista.

Quali sono le conseguenze dell’eliminazione del capo qaedista in Iraq?
1) Nel breve periodo il movimento estremista sarà impegnato nel ricostruire la sua leadership e dovrà affrontare il brutto colpo subito. Non si possono escludere scissioni e rivalità profonde. I gruppi filo-Osama sono comunque capaci di rimpiazzare i loro leader. Al tempo stesso è possibile che i terroristi tentino di lanciare un attacco spettacolare per dimostrare che sono "in forze". I gruppi filo-Osama sono comunque capaci di rimpiazzare i loro leader.

2) Non bisogna confondere la rete di Al Zarqawi con la guerriglia irachena. Quest’ultima ha un suo sentiero operativo e ideologico che negli ultimi tempi si era separato da quello del terrorista. Dunque la ribellione continuerà, probabilmente diminuiranno gli attacchi indiscriminati.

3) Il raid ha dimostrato che con una buona intelligence e lavoro sul terreno è possibile conseguire successi nella lotta al terrore. È probabile che, oltre ad americani e iracheni, un ruolo importante lo abbiano avuto gli 007 giordani, che dispongono di una vasta rete di informatori in Iraq. Non va dimenticato che Al Zarqawi era giordano. Non si esclude che ad aiutare i servizi a localizzare il capo qaedista in Iraq sia stato proprio il primo video di Al Zarqawi, quello in cui elogia i guerriglieri che combattono ‟i crociati”.

4) La sconfitta patita può spingere il movimento qaedista a cercare di colpire in altre aree. Giordaia, Egitto, Israele e l’Europa sono quadranti geografici dove Al Zarqawi ha seguaci. Il terrorista si è fatto un nome con le teste tagliate in diretta e rivendicando decine di stragi (comprese quelle che non ha pianificato). Il suo successore dovrà fare di ‟peggio”, ossia dovrà farsi un nome con azioni spettacolari e letali.

5) Gli Usa useranno la morte di Al Zarqawi per segnalare un ‟punto di svolta” nel progetto di trasferire agli iracheni il peso della lotta. E’ una strada lunga e difficile, in quanto le forze locali non appaiono ancora in grado di fronteggiare l’emergenza. Ma non è un caso che l’annuncio dell’uccisione del killer coincida con la formazione definitiva del governo di Bagdad.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …