Paolo Andruccioli: “Le pagine gialle delle sfighe”. Indagine sui diritti nel mondo

13 Giugno 2006
Crescono le disuguaglianze e gli squilibri. Cresce la ricchezza (soprattutto quella finanziaria), ma crescono anche i poveri. Entrambi i fattori sono opachi, quasi nascosti dietro le immagini rassicuranti di un'economia descritta solo a suon di percentuali di Pil. E' il quadro che emerge dal Rapporto sui diritti globali 2006 (quest'anno alla quarta edizione), edito dalla Ediesse e curato dalla Cgil insieme a molte associazioni: l'Arci, Antigone, Cnca, la Conferenza nazionale volontariato giustizia, il Forum ambientalista e Legambiente.
Anche quest'anno il lavoro dei curatori (coordinatore Sergio Segio con l'associazione SocietàInformazione) è stato ad ampio spettro. Non si tratta infatti di una copia di altri rapporti sociali e statistici, né di un approfondimento dei report annuali di Istat o Censis; si differenzia anche dai lavori similari come quello dell'Eurispes. Il Rapporto sui diritti globali ha un obiettivo molto diverso da tutti gli altri e assume una precisa connotazione. L'obiettivo dichiarato è proprio quello che viene spiegato dal titolo: la verifica, il monitoraggio annuale dello stato dei diritti fondamentali delle persone, in Italia e nel mondo. Da cui il suo ruotare su un ampio spettro di questioni e di campi e da qui il suo essere ogni volta un ponderoso volume. Il Rapporto 2006 vanta infatti 1375 pagine, indici inclusi.
Con una battuta auto-ironica il curatore Segio - che ha scritto l'introduzione al volume dopo la prefazione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - definisce il rapporto ‟le pagine gialle della sfiga” perché mette dettagliatamente in luce l'aumento delle disuguaglianze sociali e l'aumento dei poveri (relativi e assoluti). Per i curatori del Rapporto questa definizione scherzosa non è comunque offensiva. I curatori non vanno infatti a cercare solo le cose che non vanno, ma non vogliono nascondere i problemi. Una volta la povertà era vista come una spia della giustizia sociale. Ora viene rimossa. ‟La povertà è diventata una colpa”, si legge nell'introduzione. I poveri disturbano, come diceva Cesare Zavattini che scrisse il testo del famoso ‟Miracolo a Milano”. Non c'è niente di male nella crescita della ricchezza, che anzi è un fatto positivo. Il problema vero è che in un anno, solo in Italia, sono stati registrati dalle statistiche ufficiali 800 mila nuovi poveri. E il problema - a quanto pare - non è solo dell'Italia, visto che il premio Nobel per l'economia. Joseph Stiglitz, parla degli Usa come di un ‟paese ricco abitato da gente povera”.
Nel Rapporto si analizzano dettagliatamente i dati sulla povertà in Italia nella parte dedicata all'economia e al lavoro. Si studiano poi tutte le forme di nuova precarietà del mercato del lavoro, gli andamenti dei salari e delle retribuzioni in generale. C'è una parte specifica sulla previdenza e una parte dedicata direttamente al sindacato. Decine di schede accompagnano le analisi, insieme a box molto utili sulle ‟parole chiave” e le cronologie dei fatti. La prima parte si chiude con una panoramica sul lavoro nel mondo, mentre la seconda parte è dedicata ai diritti sociali, dal welfare alle carceri, passando per lo sviluppo impetuoso del Terzo Settore. La terza parte del Rapporto è dedicata ai diritti umani, civili e politici. E infine la quarta ai diritti globali e ambientali. Più che un racconto, dunque, una fonte preziosa di dati e di analisi. E come scrive Epifani nella prefazione ‟uno strumento di lavoro, di formazione, indispensabile per sapere cosa avviene in Italia e nel mondo sul terreno dei diritti e delle tutele”.

Paolo Andruccioli

Paolo Andruccioli (Roma, 1955) scrive sulla pagina economica del quotidiano "il manifesto", è stato caporedattore dello stesso giornale e direttore responsabile della rivista di dibattito politico-teorico "Il Passaggio" e della …