Guido Olimpio: Un video integralista islamico. “Basta con il pallone, distrae”

26 Giugno 2006
Ai qaedisti non piacciono i Mondiali. O meglio, ritengono che la stampa araba conceda troppo spazio al calcio invece di occuparsi della Jihad. Il Global Islamic Media Center, casa di produzione integralista, ha diffuso un video di 35 minuti pieno di immagini forti: scene di torture, Guantanamo e Abu Ghraib, guerriglia in Iraq, l’attentato alle Torri Gemelle. A fare da colonna sonora frasi di Osama. ‟Noi offriamo scene che i media arabi provano a nascondere”, proclama lo speaker in sottofondo. Altro che il pallone, da cui è stato contagiato anche il presidente iraniano Ahmadinejad. Un messaggio forse condiviso dagli ideologi del movimento estremista, anche se il calcio, tra i tanti ‟peccati”, degli occidentali è il meno vituperato. Anzi, potremmo dire l’opposto. Leggende metropolitane presentano Bin Laden come un appassionato di pallone. Raccontano che abbia giocato da attaccante - e sennò, dove? - quando era all’università. E in una biografia hanno scritto che ha tifato per la squadra inglese dell’Arsenal - i mitici Gunners, gli artiglieri ovviamente - assistendo ad un incontro di coppa contro il Torino. Leggende prese per buona dai sostenitori delle altre squadre che arrivano a cantare: ‟Osama oohoh / Osama oohoh / He comes from taleban / He is Arsenal fan”. Sfottò a parte, il riferimento al calcio è una costante nel mondo qaedista. Dopo il 2001, in un video Bin Laden svela ad un sheikh il sogno fatto da un complice un anno prima dell’11 settembre. ‟Ho avuto una visione - sono le parole dell’estremista -. Stavamo giocando a pallone contro gli americani. Quando la nostra squadra è comparsa sul campo mi sono accorto che erano tutti piloti (d’aereo)”. Non basta. Nel vocabolario dell’organizzazione ‟giocare la partita” vuol dire fare l’attentato. Si adeguano anche gli arruolatori di Hamas. Uno di loro sceglie sette kamikaze nella squadra di Hebron che allena. Anche il tunisino Nizar Trabelsi unisce sport e guerra. Giocatore della seria A tedesca, usa i suoi guadagni per finanziare la lotta entrando in una cellula che sta preparando un attacco in Europa. Per fortuna lo arrestano prima che agisca. Cosa ha fatto nei campi d’addestramento in Afghanistan?, gli chiedono i magistrati. Risposta candida: ‟Ovvio, ho insegnato agli altri a giocare a calcio”. Al Global Islamic Media Center non avranno gradito.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …