Guido Olimpio: Osama “l'africano” minaccia i “crociati”

04 Luglio 2006
Osama ‟l’africano” cuce insieme i fronti iracheno e somalo che vedono i qaedisti all’offensiva, si erge a paladino dei sunniti in Iraq e avalla la nomina di Abu Hamza Al Muhajir quale successore di Al Zarqawi. Ad appena 24 ore dall’audio con il quale ha commemorato l’uccisione del leader di Al Qaeda in Iraq, Bin Laden torna a far sentire la sua voce. Di nuovo con un file di 19 minuti su un sito Internet integralista. Un doppio messaggio che se da un lato dimostra la capacità di produrli, dall’altro conferma la necessità di tempi lunghi per distribuirli. Altrimenti la As-Sahab, la ‟società” che si occupa della propaganda, li avrebbe messi insieme.

Il messaggio
Osama denuncia le violazioni dei ‟figli del Sud” (sciiti) in Iraq e sostiene che i sunniti patiscono ‟un genocidio”; per questo gli avversari ‟non possono sentirsi al sicuro da rappresaglie”. Bin Laden non è lontano dalle posizioni di Al Zarqawi ma rovescia il quadro, affermando che sono gli avversari i responsabili delle uccisioni, con il sostegno degli Stati Uniti. Il mancato uso del termine sciita forse indica la volontà di evitare l’accusa di settarismo.

L'investitura
L’imminente consacrazione del nuovo leader di ‟Al Qaeda nella terra dei due fiumi” era stata annunciata da alcuni commentatori. E così è avvenuto. Osama lo ha fatto indicando Al Muhajir e suggerendo ai suoi uomini di cooperare con il Consiglio dei Mujaheddin, organismo con il quale Al Zarqawi ha avuto rapporti difficili. Una chiara indicazione a evitare l’isolamento. Altre due annotazioni. La prima riguarda i termini usati dal Califfo. ‟I fratelli mujaheddin mi hanno informato che il fratello Abu Hamza Al Muhajir è loro emiro in sostituzione di Abu Musab Al Zarqawi”. Dunque Osama si adegua. La seconda sottolineatura riguarda l’identità del capo. Gli americani pensano si tratti di Abu Ayyub Al Masri (su di lui hanno messo una taglia di 5 milioni di dollari), altri ritengono invece che si tratti di un nome in codice. In ogni caso, Osama appone il suo duplice sigillo su uomini e strategia nell’intento di sabotare qualsiasi tentativo di dialogo governo-ribelli in Iraq: ‟Non lasciate Bagdad, altrimenti tutte le capitali della regione cadranno nelle mani dei crociati”.

La Somalia
Non diversa è la parte del messaggio dedicata alla Somalia, dove hanno trionfato le Corti islamiche, considerate una propaggine di Al Qaeda. Il leader terrorista mette in guardia l’Occidente: ‟La presenza di truppe straniere in Somalia significherebbe la continuazione della campagna crociata contro il mondo islamico... Non seguite l’America inviando contingenti internazionali”.

Il video
Tra i due appelli audio si è inserito il giallo di un video (forse vecchio) con Osama, diffuso dalla Reuters e rilanciato da Sky Tg24. Nel filmato il capo terrorista compare al fianco di un personaggio che potrebbe essere il presidente sudanese Al Bashir. Fino al maggio 1996 Osama è stato ospite del regime islamico, poi venne invitato a partire dopo il tentativo dei sudanesi di venderlo agli Usa.

L’esodo
Persa la base, Bin Laden si trasferisce in Afghanistan. Due anni dopo (nell’agosto 1998) organizza proprio in Africa il primo attentato ‟strategico” contro le ambasciate Usa in Kenya e Tanzania. Gli attacchi sono il frutto di una rete composta essenzialmente da estremisti egiziani - uno di loro morirà per annegamento nel Lago Vittoria - in coordinamento con simpatizzanti locali. Ora i qaedisti rilanciano il piano africano cercando di usare tutti i punti di frizione. Dunque la Somalia - dove hanno già umiliato gli Usa nel 1993 - e il Darfour, teatro della guerra arabi-cristiani. Ma non solo. Il Kenya, la Nigeria e il sub-Sahara sono aree dove pescare tra le colonie integraliste. Gli appelli del Califfo

L’ultimo audio
L’ultimo messaggio di Bin Laden è stato diffuso solo due giorni fa su Internet. Osama nell’audio, che ‟Al Sahab”, la ‟casa di produzione” della sua organizzazione, ha poi montato su immagini vecchie del leader di Al Qaeda, esalta Abu Musab al Zarqawi, il capo terrorista ucciso in Iraq da un raid americano e giustifica l’uccisione di civili ‟collaborazionisti”

11 settembre
A maggio, sempre in un messaggio audio, Osama bin Laden aveva ‟scagionato” Zacarias Moussaoui, il francese di origini marocchine condannato all’ergastolo negli Usa per aver preparato gli attentati dell’11 settembre

Appello
In un altro messaggio, diffuso in aprile, il leader di Al Qaeda aveva mobilitato i suoi fedeli a battersi contro l’Occidente, reo di aver scatenato una ‟guerra contro l’Islam”

Video
L’ultima apparizione in video del califfo risale al 29 ottobre 2004 quando, pochi giorni prima delle elezioni presidenziali americane, rivendica la responsabilità degli attacchi dell’11 settembre, condanna la reazione dell’Amministrazione Bush agli attentati che giustifica come una ‟risposta all’aggressione Usa” in Medio Oriente

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …