Guido Olimpio: Combattimenti in Libano. Decapitare l’Hezbollah e fermare i razzi

20 Luglio 2006
Un raid nella notte a Beirut contro un presunto bunker usato dalla dirigenza Hebzollah. Un secondo attacco a Baalbeck contro una struttura di controllo-comando dei guerriglieri. Una serie di micro-operazioni all’interno del Libano sud. Alle continue salve di razzi sparati dall’Hezbollah, Israele risponde con una strategia basata sui seguenti punti.

1) Blitz per decapitare l’Hezbollah. C’è una lista di 12 personaggi da neutralizzare, a cominciare dal segretario Hassan Nasrallah. L’eventuale uccisione del leader non fermerebbe certo gli scontri, ma avrebbe un importante peso propagandistico e politico. I raid su centri abitati hanno però una contro-indicazione: le bombe «intelligenti» possono centrare il bersaglio sbagliato, facendo strage di civili innocenti.

2) Azioni per neutralizzare i missili, ma sopratutto per impedire alla rete Hezbollah di funzionare. Le incursioni contro i rifugi servono a far saltare la catena di comando. Ma fino ad oggi i guerriglieri dimostrano di saper resistere e di aver organizzato al meglio la loro struttura.

3) Interventi di forze speciali nella zona di confine libanese per distruggere le dozzine di postazioni create dai militantii e spingere più indietro i lanciatori di razzi. Malgrado lo strapotere dell’esercito israeliano, è l’attività più difficile e insidiosa. Gli Hezbollah hanno alle spalle anni di guerriglia, l’area è piena di trappole esplosive e di bunker ben protetti. Israele è costretto a muovere sul terreno se vuole ridurre la minaccia, però sa che dovrà pagare un prezzo pesante in termini di perdite. E per questo procede con cautela.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …