Guido Olimpio: Monito del ministro della Difesa libanese. “L'esercito è pronto”

24 Luglio 2006
Israele non esclude un’operazione terrestre di grande portata in Libano e il capo di stato maggiore Dan Halutz avverte che l’offensiva durerà a lungo. Il ministro libanese della Difesa, Elias Murr, replica: ‟Benvenuti. È pronto l’esercito. Se ci invadete combatteremo contro di voi”. Scambi verbali che si traducono sul campo i duri scontri. E non potrebbe essere diverso, vista la tenacia degli Hezbollah. Israele lamenta la morte di quattro soldati, un tank e un elicottero danneggiati. La battaglia dei tunnel - come l’ha definita qualche osservatore - è iniziata 48 ore fa nelle località di Maroun Al Ras e Aitaroun, situate vicine al confine con Israele. Un’unità scelta, la Sayeret Maglan, si è mossa lungo le colline con due obiettivi: neutralizzare postazioni usate per tirare razzi e prevenire tentativi di infiltrazione. Il reparto è particolarmente addestrato a scovare le batterie di missili. Un tipo di missione già eseguita durante le guerre del Golfo con raid segreti in Iraq. Per i commandos è stata subito dura. I soldati sono infatti caduti in una trappola tesa dai guerriglieri a difesa di importanti depositi. Gli Hezbollah avrebbero scavato gallerie - anche di 40 metri -, piccoli bunker dove hanno raccolto i katiuscia. Armati di sistemi anti-carro hanno ingaggiato furiosi combattimenti. La Sayeret si è trovata stretta tra il fuoco proveniente dalle postazioni e le trappole esplosive. Altri scontri, casa per casa, si sono accesi a Maroun Al Ras. Una pattuglia di nove commandos è stata circondata dai militanti e per ore artiglieria ed elicotteri Apaches hanno martellato la zona per salvare il team. I combattimenti aiutano a comprendere il particolare quadro militare libanese. 1) L’Hezbollah si è preparato con cura alla sfida usando le esperienza accumulata in 18 anni di conflitto con Israele. I due avversari si conoscono bene, quindi serve il fattore sorpresa. La rete di rifugi è stata concepita per sopravvivere all’avanzata di un esercito convenzionale. Le truppe di Israele potrebbero puntare verso nord, ma sarebbero presto attaccato alle spalle. 2) Un’offensiva di terra - l’unica in grado di assestare un colpo deciso ai guerriglieri - è costosa in termini di uomini e mezzi. L’opinione pubblica israeliana accetta operazioni limitate, ma sente ancora sulla pelle la disastrosa esperienza libanese. L’Hezbollah, da un lato, teme l’invasione, e, dall’altro, spera di trascinare i soldati nemici in un nuovo pantano. Gerusalemme potrebbe effettuare una mini-invasione per realizzare una fascia di sicurezza profonda circa 30 chilometri, con gli Hezbollah oltre il fiume Litani. 3) I militanti libanesi sono aiutati da circa 200 pasdaran iraniani. Alcuni di loro sono veterani della lunga guerra con l’Iraq (1980-88), dove hanno imparato a usare un magro arsenale contro un esercito poderoso. Trucchi e tecniche sono state passate all’Hezbollah che le ha applicate nel Libano Sud. Una riedizione di quanto fatto con dai vietcong e dai fedayn di Arafat negli anni ‘70. 4) Il Partito di Dio ha ridotto di molto i tiri di katiuscia. Ieri ‟solo” 40 razzi contro i 100 di mercoledì. Forse i guerriglieri non intendono sprecare colpi oppure i raid israeliani hanno costretto gli ‟artiglieri” sciiti a stare più cauti.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …