Michele Serra: L’amaca di mercoledì 2 agosto 2006

28 Agosto 2006
Come i lettori sanno, in questo rettangolino si scherza spesso sulle liti e le micro-diaspore della sinistra. Piccoli macelli e piccole malattie, che tutti insieme indicano e insieme prospettano un collasso politico che già si annusa nell’aria afosa e insanguinata di questa estate di guerra. E passa la voglia di scherzare, dunque, quando si accostano le pagine di giornale zeppe dei veri dolori del mondo, e quelle inzuppate nella broda velenosa e meschina della eterna rissa politica italiana. L’incapacità (o il rifiuto caparbio) di capire gli altri, di acconciarsi pazientemente a sopportare le differenze, ad accorciare le distanze, non è solo un pesante difetto. E’una colpa gravissima. Che per giustificarsi assume le nobili vesti dell’irriducibilità morale, o della difesa di spicchi di ideale: ma è solo un alibi. L’alibi di chi non sa (o non può) rinunciare neanche a mezzo grammo della propria bella faccia, o della propria bella pancia, per lavorare insieme ad altri, per fare società e costruire progetti. Una superbia sconfinata - involucro di una sconfinata debolezza - è il vizio capitale della nostra sinistra. Un giorno qualcuno ce ne chiederà conto: magari i giovani, stanchi di avere padri che si azzuffano come bestie, e gli levano il terreno di sotto i piedi per usarlo tutto quanto come parodia di un campo di battaglia.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…