Guido Olimpio: Furti di identità. Tutti i trucchi delle spie russe

05 Dicembre 2006
Le spie dell'Svr in Occidente scrutano tra gli annunci mortuari, sbirciano tra le pagine dei giornali, cercano negli archivi comunali. Non sono a caccia di informazioni, ma di identità. Una coppia, senza figli e parenti, morta in un incidente. Due bambini deceduti in tenera età, senza un passato e una traccia. Tutti candidati ideali per gli 007 russi che ne rubano l' identità e la passano al loro infiltrato. Serghei Ivanov, nato a Mosca nel 1956, si trasforma in John Smith, nato a Londra nello stesso anno. E il russo vive con il nuovo nome, si costruisce attentamente il passato, protegge il presente con indirizzi veri/falsi, si nasconde dietro coperture normali. Un negozio, un' agenzia di qualcosa, una scrivania da manager. E' possibile che il team di assassini coinvolto nell' omicidio di Alexander Litvinenko abbia avuto l' appoggio di un ‟fantasma”, di un Serghei-alias-John. L' ultimo rapporto dell' intelligence britannico indica in almeno 30 le spie dell' Svr (il servizio che agisce all' estero) attive nel Regno Unito. Rispondono agli ordini di ‟residente” (un altro invece coordina gli 007 militari) e contano su una rete più ampia di collaboratori come Serghei- John. Questi ultimi hanno il compito di agganciare altri informatori, di scovare anelli deboli in un ufficio statale o in un' industria. I ‟fantasmi” ci sono ma non li vedi. Nel senso che evitano di dare nell' occhio, sono pazienti, sono stati addestrati ad ascoltare. Una chiacchiera al bancone di un pub può portare chissà dove. L' amicizia fatta con un impiegato sul metrò può aprire i segreti di una società. Gli infiltrati sono gli occhi e le orecchie del Direttorato S, la sezione operazioni dell' Svr russo. Li mandano a vivere in quartieri chic - come Chelsea - o in quelli popolari. Affittano anonime casette o comprano appartamenti nell' area delle ambasciate. Da qui escono per seguire l' esule russo avversario del Cremlino, sorvegliano i traffici del miliardario nemico di Putin, studiano le abitudini di un possibile obiettivo. E' il loro archivio di informazioni combinato con i dati del rezident - il capo del servizio nel Paese - a fornire il quadro operativo per i killer, gli ultimi ad arrivare sulla scena e i primi a partire. I collegamenti con Mosca sono mantenuti attraverso sistemi di comunicazione protetti oppure con corrieri. La richiesta di visto da parte dell' ambasciata russa per un gruppo di uomini d' affari può diventare lo schermo per un messaggero. E l' MI5 britannico è in guardia. Ecco, allora, che l' intervento di un illegale aiuta a sottrarsi ai controlli. Due settimane fa, un fantasma è finito nella rete del controspionaggio canadese. Lo hanno fermato all' aeroporto di Montreal mentre stava per lasciare il Paese: nel bagaglio tre cellulari, alcune sim card telefoniche criptate, un apparato radio, due macchine fotografiche digitali, 7 mila dollari in contanti. In una tasca un passaporto falso e, risvolto interessante, un certificato di nascita canadese intestato a Paul William Hampel, ‟nato a Montreal nel 1965”. Dopo un controllo all' anagrafe, gli 007 hanno stabilito che il documento era falso. Un Paul Hampel esiste, però non è certo uno spione. Anche il padrone di casa ha avuto difficoltà ad aiutare gli investigatori: quel tipo era un uomo senza volto. Durante l' interrogatorio, la spia ha ricostruito così la sua storia. Ha fatto il bagnino, poi ha messo in piedi un' agenzia di viaggi, quindi avrebbe aperto una società di marketing in Irlanda. Ma, stranamente, non ha guadagnato un centesimo né ha registrato attività particolari. Il sito Internet, collegato all' agenzia di viaggi, non ha fornito spunti che comprovassero l' esistenza di un effettivo lavoro. Solo una galleria di fotografie di Paesi visitati, quasi tutti nell' Est Europeo. Un esperto di sicurezza ha sollevato dubbi sulle doti spionistiche del misterioso Paul. Doveva vivere nel Québec ma riusciva a smozzicare solo poche parole in francese. Vero, ha ribattuto un altro, però ha preso per il naso il controspionaggio per anni e non è ancora chiaro quale danno abbia arrecato. Agli agenti più anziani è tornato alla mente un caso clamoroso, quello dei ‟Lambert”. Sposati, si presentavano ai vicini come Mackenzie Lambert e Laurie Brodie. Erano in realtà due illegali dell' Svr, spediti in Canada a raccogliere segreti. I loro veri nomi erano Dimitry e Yelena Olshevkiy. L' ufficiale che seguiva la missione ha preparato la storia da raccontare in giro. A cominciare dalla nuova identità, rubata a due bimbi deceduti pochi mesi dopo la nascita. Quindi particolari sulla loro esistenza canadese: scuole, impieghi, frequentazioni. E' quella che chiamano la ‟leggenda”, da alimentare e tramandare al fine di proteggere l' attività segreta degli illegali. Riesci a scoprirli se compiono un passo falso. Oppure se qualcuno - come voleva forse fare Litvinenko - ti vende al nemico.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …