Guido Olimpio: Il mago delle bombe è stato tradito da un suo kamikaze

18 Gennaio 2007
Omar Al Kurdi è stato tradito da uno dei suoi kamikaze, uno di quei robot-umani pronti a saltare per aria. Un giovane saudita miracolosamente scampato all’esplosione del suo ordigno lo ha tradito. Dopo essere stato ricoverato con ustioni terribili, ha indicato agli americani chi fosse il suo maestro. Omar Al Kurdi, uno dei luogotenenti di Al Zarkawi. Una soffiata che ha permesso ai soldati statunitensi di catturarlo nel gennaio 2005. Una volta in prigione il terrorista ha perso la sua tracotanza e ha vuotato il sacco. Ammettendo almeno 36 attentati. Di fatto Al Kurdi e il complice Thamer Haji hanno inaugurato la stagione delle stragi in Iraq nell’estate del 2003. Obbedendo agli ordini dell’emiro Al Zarkawi, la coppia ha pianificato le azioni suicide contro la Croce Rossa, l’ambasciata giordana, la sede dell’Onu (costata la vita al rappresentante Sergio De Mello), la base italiana di Nassiriya, obiettivi sciiti. Una macchina di morte e distruzione, alimentata dal continuo afflusso di ‟martiri” dai paesi mediorientali e dal denaro raccolto nella regione. Il vero nome di Omar è Said Haraz, curdo di Qaneqin, dove è nato il 12 agosto del 1969. Ha partecipato alle rivolte contro Saddam e per questa ragione è stato condannato alla pena capitale, poi commutata all’ergastolo. Ma nel 1995 lo hanno graziato e Omar si è trasferito a Ramadi, nel triangolo sunnita, la zona che dopo l’invasione Usa diventerà uno dei focolai della resistenza. E il curdo non tarda a unirsi, nei primi mesi del 2003, all’organizzazione di Al Zarkawi. Agisce, come preparatore di bombe, insieme a un ex ufficiale dell’esercito, Thamer Haji, poi ucciso nella battaglia di Falluja. Il racconto di Al Kurdi è differente dal dossier diffuso dopo la sua cattura dagli americani. Per l’intelligence Usa il terrorista è stato in Afghanistan o ha avuto rapporti con i mujahedin del conflitto afghano. Sarebbe stato infatti uno stretto collaboratore, come artificiere, di un altro mago degli esplosivi, noto come Al Afghani. Al momento della cattura gli attribuiscono il 75% delle autobombe deflagrate in Iraq. Le discrepanze nei rapporti ufficiali non cambiano il quadro generale. Al Kurdi è un terrorista confesso, capace di raccogliere decine di aspiranti kamikaze in una casa sicura a Falluja. Chi arrivava aggiungeva il proprio nome a una lista d’attesa e in base alla quella veniva scelto per la missione suicida. Un apparato perfetto sopravvissuto alla fine di Al Zarkawi e alla prigionia di Omar.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …