Michele Serra: L'amaca di sabato 24 febbraio 2007

25 Febbraio 2007
Non so se abbia ragione il ‟New York Times”, secondo il quale la moda italiana è diventata molto burina. A me (con qualche illustre eccezione) pare burina da sempre, dunque non faccio testo. Piuttosto, passando quasi ogni giorno davanti alla ex Ansaldo (enorme fabbrica dimessa, ora tempio dello stilismo assiro-milanese), contemplo metà divertito, metà sgomento l’incredibile fatiscenza dell’edificio, che ha l’intonaco scrostato, i cornicioni sbrecciati, i vetri rotti e l’aspetto complessivo di un’immensa salma alla quale nessuno ha ancora provveduto a dare una degna sepoltura. In compenso, questo monumento all’odio che Milano nutre per se stessa, le sue strade, le sue facciate, è ridicolmente agghindato con enormi pensiline di cartapesta, festoni, installazioni molto fashion concepite da fresconi molto trendy. L’effetto, dice un mio amico abbastanza volgare ma molto intelligente, è quello di "un cadavere con una carota nel culo". Volendo essere più indulgenti, il colpo d’occhio è di una corposa decadenza travestita da qualcos’altro. Un vuoto, un buco, un nulla attorno al quale un febbrile popolo di lillipuziani solerti ha costruito un impero del fronzolo. Che la moda sia o non sia burina è l’ultimo dei problemi, in fondo. Bisognerebbe prima riparare i vetri e rifare i cornicioni. Poi se ne può discutere.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…