Guido Olimpio: Mali, arruolati tremila tuareg. Daranno la caccia a Al Qaeda

27 Febbraio 2007
I tuareg a caccia di Al Qaeda nel Sahel. Quasi tremila ‟uomini blu”, i figli del deserto, sono stati arruolati da Algeria e Mali allarmati dalla presenza jihadista. Per fermare i nuovi predoni serve qualcuno che conosca ogni duna, che si muova rapidamente e impieghi le stesse tattiche. E chi meglio dei tuareg può diventare un formidabile battitore di piste. Se un giorno tendevano agguati alle carovane, oggi possono farlo con le colonne dei qaedisti. Il piano è scattato qualche mese fa quando il Mali ha chiesto aiuto all’Algeria dopo un attacco dei tuareg - raccolti sotto la bandiera dell’Alleanza democratica per il cambiamento - alla cittadina di Kidal. Grazie all’abile mediazione dell’ambasciatore algerino, gli uomini blu hanno accettato un accordo. Tremila di loro saranno raggruppati in una base nei pressi di Kidal, riceveranno nuove armi ed equipaggiamenti. Quindi, una volta preparati, si lanceranno nel deserto sulle orme dei terroristi. All’operazione potrebbero partecipare (in incognito) anche forze speciali americane. Il Mali rientra infatti in un programma di assistenza varato dal Pentagono per contrastare l’integralismo nel Sahel. Gli uomini blu - chiamati così per le loro tuniche scure che spesso stingevano - sono dei fieri combattenti. Hanno doti di resistenza incredibili che permettono loro di agire in un ambiente climatico ostile. Inoltre considerano i qaedisti come degli ‟intrusi”, dunque se violano il loro territorio meritano di essere puniti. La mossa di Algeri - precisa il quotidiano spagnolo El Paìs - è legata alle ultime scoperte fatte dall’intelligence. Indagini dell’anti-terrorismo iberico hanno accertato che decine di militanti islamisti sono stati reclutati in Spagna e poi mandati ad addestrarsi nei campi mobili creati in Mali da ‟Al Qaeda nella terra del Maghreb”, sigla che nasconde i resti del ‟Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento” algerino (Gspc). Il triangolo geografico compreso tra Niger, Algeria e Mali è un santuario ideale. C’è contrabbando di armi, è una delle rotte battute dai nuovi schiavi diretto verso l’Europa, transitano merci d’ogni tipo. I predoni-terroristi sono coinvolti nei traffici e nel 2003 un commando guidato da un ex parà algerino, Amari Saifi, sposato con tre donne maliane, ha messo a segno un colpo clamoroso. Oltre 30 turisti europei vengono sequestrati dai suoi mujahidin: 17 sono liberati dopo un blitz dell’esercito, gli altri rilasciati in seguito al pagamento di un riscatto di 5 milioni di euro. Un bottino utilizzato dal ‟parà” per allargare la sua banda. Saifi è stato in seguito catturato, ma la sua eredità militante è rimasta. Nella regione - segnalano esperti algerini e marocchini - si moltiplicano gruppi che si ispirano al qaedismo, con il Gspc a fare da formazione-leader. Gli estremisti hanno provato a rimpiazzare le perdite con giovani africani, in particolare del Mali e della Mauritania. Una ‟presenza straniera”, ha minacciato il capo tuareg Ahmed Agbibé, che contrasteremo con ogni mezzo. Per i figli di Osama si profilano giorni duri. Loro che amano la guerra delle ombre, con militanti che appaiono e scompaiono inghiottiti dal deserto, saranno inseguiti dai fantasmi.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …