Michele Serra: L'amaca di mercoledì 9 luglio 2008

09 Luglio 2008
Sarei andato volentieri in piazza Navona, ieri, se avessi capito meglio contro chi era diretta la manifestazione: contro Berlusconi e le leggi-canaglia, d’accordo. Ma anche contro Veltroni e il Pd? Contro l’altro pezzo di opposizione, quello che ha raccolto un terzo del voto politico? Contro Napolitano, che non sarà Che Guevara ma non è neanche un servente del premier? La sinistra italiana è troppo spelacchiata, troppo stordita, troppo battuta per permettersi equivoci di questo tenore, e di questo spessore. Il grado di "purezza" aiuta a specchiarsi con qualche soddisfazione, tonifica l’umore e l’autostima di chi se ne sente portatore. Ma non serve a raccogliere e compattare le (poche) forze disponibili per cercare di reggere l’urto.
La politica è fatta di orgoglio, ma anche di umiltà. Questo è un Paese di destra, che ha rieletto a furor di popolo un premier di quella fatta e di quel calibro morale. Dolersene è legittimo, alzare la voce pure, ma se il primo bersaglio della tua polemica è il vicino di banco in Parlamento, il tuo simile però troppo cedevole, il tuo omologo però non abbastanza "duro", si ricade a piedi pari nell’eterna, vanitosa, umiliante rissa di sempre. L’antiberlusconismo non si misura in centimetri né in "durezza": quelli sono criteri tipici dell’inquilino di Palazzo Chigi e della sua vastissima claque. Per favore, troviamone altri.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…