Giorgio Bocca: Una vita spesa bene

01 Dicembre 2008
Spesso mi chiedo se ho speso bene la mia vita. La guerra partigiana, il giornalismo, i libri? Diciamo che non ci ho perso la faccia, che posso uscirne dignitosamente. Ma basta? Poi ci sono i figli. Anche con i figli è questione di fortuna, di combinazioni? Che una malattia non li uccida, che un ubriaco al volante non li travolga, che non si leghino a persona sbagliata, che non gli cada un mattone in testa? Certo, ma ringraziamo la fortuna e arriviamo alla fine di questa vicenda familiare: qualche merito noi genitori ce lo abbiamo? Forse sì, forse almeno per questo abbiamo speso bene la vita, abbiamo portato qualcosa alla parte buona dell'umanità, qualcosa che potrà servire alla sopravvivenza, se ci sarà.
Che cosa? Ce lo chiediamo noi genitori ancora stupiti della fortuna. Certamente non le parole, le prediche, i divieti, i consigli. Qualcosa che non aveva bisogno di parole, di gesti: una ripugnanza fisica e intellettuale per quella enorme fatica che è la pratica del male, riconoscibile in tutte le sue forme, la furbizia, la menzogna, l'infedeltà, l'inganno. Riconoscibile perché come esseri umani segnati dal peccato originale ne eravamo partecipi. Ma convinti, guardandoci indietro, che i figli questa ripugnanza la capissero, la sentissero e che si fermassero ogni volta che arrivava la tentazione di ignorarla, di violarla.
Forse la nostra è una delle tante presunzioni umane, ma che in tutti questi anni, in tutte le combinazioni della vita abbia funzionato questo confine morale insuperabile, questo segno sul terreno della nostra civitas ci pare chiaro. Stupidaggini e peccati di tutti noi molti, e anche ambizioni mal riposte, impazienze, invidie, pigrizie, egoismi, ma non un'adesione vera al male, non un cedimento vero alle grandi tentazioni del demonio. E siccome questa nostra sostanziale tenuta morale e civile è delle persone che conosciamo, delle persone che frequentiamo, siccome ci capita dopo un incontro di dirci "ma guarda che persone per bene, di persone normali ne esistono ancora", le ragioni di ottimismo ci sono ancora.
Certo non è facile: giù in città nelle strade e nelle piazze continuano a sfilare, in apparenza cuorcontento, ladri e violenti, sui giornali e alle televisioni i profittatori furbi e arrivisti occupano la scena ripetendo instancabili le loro miserabili avventure per il potere o per la ricchezza, e sembrano impunibili nella loro esibita delinquenza. Ma non sono i padroni del mondo e dell'avvenire.
C'è anche il nostro esercito fermo nella difesa di una società civile, nella ripugnanza per le fatiche del male. Piccoli segni che il potere e la ricchezza mal guadagnate e mal gestite possono avere passato il segno della sopportazione; i bagnanti della Sardegna che cacciano i gommoni dei miliardari del Billionaire.
Abbiamo speso bene la nostra vita? Credo di sì. Non tanto e non solo per le opere fatte, per le testimonianze lasciate, ma soprattutto per questa trasmissione ai figli, alle nuove generazioni dei fondamenti del viver civile e della ripugnanza per la vita senza leggi e senza rispetti, meravigliati per questa trasmissione di valori più forte di ogni ignoranza e corruzione, per questa scelta virtuosa dei figli, per questo loro rifiuto del peggio dilagante.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …