Amnesty International ci presenta ancora una volta, nel suo ‟Rapporto 2006”, uno scenario di dolore, di violenza e di morte. Piuttosto che di universalità dei diritti umani dovremmo parlare di universalità della loro violazione.
Benedetto XVI, di fronte ai cancelli di Auschwitz e Birkenau, ha usato due sole volte la parola che rappresenta il destino assegnato dai nazisti agli Ebrei, la Shoah. Ha nominato Stalin fra i mali del mondo. Non ha mai nominato Hitler.
In patria lo hanno soprannominato il duca d’Azzardo, non per come va a cavallo o gioca a carte, ma per i problemi che provoca quando apre la bocca. Le gaffes del principe Filippo, duca di Edimburgo e marito della regina Elisabetta, sono famose.
Sono maschere di sofferenza quelle che tagliano il traguardo e si portano verso i pullman, sollevando schizzi di fango. Una sfilata di fantasmi in ordine sparso: Piepoli, Pellizotti, Caruso, Cunego, Simoni, Ghisalberti...
Pare che Prodi, capo del centrosinistra, non sia stato portato in trionfo dai confindustriali. Pare che la quota più consistente del padronato italiano sia di destra. Pare che gli imprenditori chiedano agevolazioni fiscali per le imprese
Che sia a causa del suo aspetto preistorico? Difficile saperlo. Quel che è certo è che la tartaruga, per noi piccolo, innocuo, non particolarmente attraente animale, ha un ruolo tutt’altro che secondario nelle più antiche storie di creazione del mondo.
Dan Brown è un profondo conoscitore della società e della cultura italiana. Ma ora dall’Italia arriva la risposta al suo best-seller: il Codice Prodi, assai più complicato e misterioso del suo Codice da Vinci.
Leggendo l’intervento di Stefano Rodotà contro l’onnipresenza dei politici in televisione, mi sono consolato. Anche un autorevolissimo studioso come lui suffraga la mia impressione di cittadino generico
Dalla seconda Intifada e dal blocco delle frontiere almeno 150 mila palestinesi che andavano a lavorare in Israele sono rimasti disoccupati. E mentre Tel Aviv importa lavoratori da altri paesi, Gaza e la West bank sono alla fame.
È una settimana che i ministri ‟coesi” del governo ‟coeso” frutto della maggioranza ‟coesa”, per usare la parola più abusata di questa primavera, se ne vanno ognuno per conto proprio.
Atomico dandy è una storia fantastica e credibilissima, profonda e leggera, apparentemente frutto di un talento naturale ma in realtà sapientemente costruita da un grande romanziere, Piersandro Pallavicini.
La grande squadra del racket pallone sta già mettendo in atto il suo catenaccio subdolo, per smorzare il contropiede di Rossi Guido: e si ripromette di neutralizzarlo come la difesa del Brasile non seppe fare nel 1982 con il suo omonimo centravanti Rossi
Giro d’Italia, d’accordo, ma è un Giro international. I corridori italiani, in partenza, erano solo 48 su 198 ciclisti. E dall’89 non c’erano tante vittorie straniere: l’australiano McEwen tre volte, i tedeschi Schumacher e Ullrich, il belga Verbrugghe, i
Fantasia al potere. E visto che il potere, qui al Giro, è sempre più nelle salde mani di quello che già da piccolo chiamavano Ivan il Terribile, la fantasia sulle strade verso Brescia è materia per ‟bassisti”
‟Si vedeva subito che andavo forte”. Era il 66 e Gianni Motta era il nuovo che avanzava nell’Italia del boom. E lui quarant’anni fa sui pedali avanzava di brutto. Vinse il Giro con il ginocchio sinistro distrutto l’anno prima per un incidente
Chi non pedala con i piedi, può sempre pedalare con le parole. Radio corsa pedala con le parole, raccontando in diretta gli sviluppi della gara. Attacchi e contrattacchi, scatti e controscatti, come quelli che...
‟Sentimentalmente vale moltissimo, materialmente niente. Se fossi un investitore, non comprerei mai titoli di una società di calcio.” Questo disse Giovanni Agnelli nel giugno 1997 al sottoscritto che lo intervistava