Strana coppia nel nero inferno, La nuova Commedia di Piumini e Altan
Milosevic, Bossi, Agnelli, Vespa, Sgarbi, Alba Parietti, Vanna Marchi, Baget Bozzo, Michael Jackson, Andreotti, Taormina, Emilio Fede, Letizia Moratti, Craxi eccetera eccetera. sono tanti i dannati di questo remake della Commedia dantesca firmata da Roberto Piumini e illustrata da Francesco Altan. Vi diremo di più: ci sono anche tale Silvio - indovinate chi? -, D'Alema e persino Pantani ne La nuova Commedia, parodia rigorosamente scritta in terzine di endecasillabi ma - come tiene a pre-cisare lo stesso Piumini - "con un linguaggio non arcaico, non arcano, non accademico". Già, Roberto Piumini, questo autore in apparenza sornione, nativo di Edolo ma con frequen-tazioni e parentele varesine che, in una carriera letteraria costellata di poesie, traduzioni da Shakespeare e Browining, libri per ragazzi e per adulti, all'improvviso ti tira fuori un'invettiva ai fulmicotone, priva di sconti, tagliente e coraggiosa. Al suo fianco un grande illustratore come Altan. Personaggi non sempre riconoscibili i suoi, ma rigorosamente in bianco e nero, come si conviene all'invettiva, senza vie di mezzo. La Divina Commedia di Dante non viene ripresa nella struttura tripartita di Inferno, Purgatorio, Paradiso, ma nello spirito, nell'idea, nella versificazione. E poi c'è l'espediente letterario che si evince dalla premessa, in cui si immagina che i testi in questione, queste pagine piene di lava infernale e di rari sprazzi di paradiso, Dante le abbia scritte sotto l'effetto del "cocurnio", "fungo allucinogeno di perduta semenza", e che poi, una volta tornato lucido, rileggendole, ci abbia capito ben poco, vedendo nomi di personaggi a lui ignoti. Veggenza, anzi, pre-veggenza la sua, se è vero che tutti i bellimbusti mandati all'inferno sono personaggi del nostro tempo. Fra i pochi graziati dagli strali del nostro Dante-Piumini, Roberto Benigni, Pertini e Gandhi.